Una mattina ti svegli e, mentre stai per iniziare a correre al meglio delle tue possibilità, sorpresa e compiaciuta del cielo terso che ritrovi a casa nonostante le previsioni, noti x caso sulla tua tenuta da running alcune macchiettine simili a schizzi di acqua che non si asciugano. E ricorderai improvvisamente il runner incrociato la mattina prima sul lungomare che dall’Hotel Savoia porta a Riccione mentre facevi l’ultima sgambata prima di tornare a casa.
Faceva caldo e lui correva e sbuffava come un treno, indossando una strana maglia pelosa naturale e schizzando gocce di sudore dal naso, dalle orecchie e dai gomiti. Mentre ti veniva incontro l’avevi osservato con attenzione, indugiando un attimo x decidere se cambiare marciapiedi o far finta di nulla alzando la mano in segno di saluto come si fa di solito. E, quando ormai era troppo tardi, sperando che quel liquido freddognolo che ti stava arrivando addosso a tradimento fosse acqua e non sudore. Ma era freddo ed eri stata costretta ad ammettere: è proprio sudore, mannaggia!
Hai fatto finta di niente e hai proseguito la tua corsa distogliendo il pensiero. In fondo c’è di peggio: avresti potuto corrergli sotto vento x alcuni metri e allora non avresti riso neanche un po’.
E adesso, mentre stai per iniziare a correre sotto il cielo terso di casa, con quella giusta nostalgia x il mare e le amiche che hai lasciato al Savoia, realizzerai che la tua divisa da running bagnata dal sudore a spruzzo del runner ingorillato era l’ultima cosa che avresti desiderato al mondo, ma tant’è. Smettila, ti dici. Il popolo del running non può essere così schizzinoso. E non puoi tornare a casa a cambiarti, ormai. Ti tocca correre, ancora una volta distogliendo il pensiero.
Buona corsa, runner!