La puntualità è importante. A volte molto importante. 

Oggi ho imparato che… 

Una mattina per caso ti svegli e le vacanze sono finite, sali sul tuo aereo Rayanair e dopo aver avvisato casa che stai per partire in orario e che possono farsi trovare all’aeroporto all’orario concordato ti metti tranquilla e spegni il cellulare pensando che è bello quando tutto va come deve andare.

Ma se mentre sei in volo lo steward annuncia al microfono: ‘Signori e signori, vi informiamo che atterreremo con mezz’ora di anticipo. Vorremmo che lo ricordaste quando viaggerete con altre compagnie’ realizzerai che te lo ricorderai anche molto prima.  Ossia all’arrivo, fuori dall’aeroporto ad aspettare mezz’ora sotto il sole chi verrà a prenderti in orario.  

Ecco. Te lo ricorderai benissimo.  

Siri non è un motivatore. Punto.

Oggi ho imparato che… 

Se una mattina per caso, mentre stai facendo la valigia per andare in Portogallo, hai la radio accesa e ascolti un programma di tecnologia, alla notizia che tutte le volte che parliamo con Siri la nostra voce viene registrata ed entra in un database di Apple, realizzerai immediatamente che nel file con il tuo nome i posteri ci troveranno solo domande intelligenti tipo: ‘Che ore sono? Dove cacchio si trova la via del primo appartamento a Lisbona? Come faccio a farci stare tutto in questo microbo di valigia? Cos’è un topinambur? Perché esistono i brufoli? Come si toglie il sugo dalla maglietta in seta senza usare l’acqua? Se rigo la macchina di quello stronzo che ha parcheggiato sotto casa e mi beccano, cosa succede? Come faccio a disfarmi di tutte le cose che ho nel box ricavandoci dei soldi? Sono bella oggi? Devo per forza truccarmi? Meglio portare il PC o lasciarlo a casa? Riuscirò a dimagrire in Portogallo? E a non ingrassare? Quanto shampoo posso portare in aereo? Chi ti suggerisce le risposte? Siri, lo sai che non hai risposto ad una domanda che sia una? Perché ti hanno chiamato Siri? La pasta fillo è come la pasta sfoglia? Ma è più o meno buona? Sei sicuro? Siri è un maschio o una femmina? Lo sai che sto per partire? Secondo te riuscirò a fare tutto quello che ho nell’elenco? Ho dimenticato qualcosa? Funzionerai anche in Portogallo’ Ecco. 

I trattori sono mezzi insuperabili. E Rovazzi lo sa. 

Una mattina per caso ti svegli, ti lavi, ti vesti, ti trucchi velocemente ed esci di casa di corsa che hai un appuntamento in centro e non vuoi arrivare tardi. E a 4 km dal casello dell’autostrada finisci dietro un mega trattore che va a 40km/h e tu non riesci a superarlo. Per 4 lunghi, lenti e interminabili chilometri! 

E mentre passerai in rassegna tutti i motivi che oltre 20 anni fa ti hanno fatto decidere di lasciare Milano per la provincia bergamasca – perché tu proprio non te li ricordi più -, ti accorgerai che stai andando così piano che i moscerini lanciati di testa sul parabrezza dell’auto auto si stanno suicidando volontariamente. Non c’è altra spiegazione! 

E misurando la tua fretta sulle dimensioni degli enormi pneumatici del trattore (immensi, come immensa è la loro lentezza) finalmente comprenderai due cose che ti accompagneranno per tutto il resto della tua vita.

La prima è che nella celebre frase di Rovazzi ‘c’è un trattore in tangenziale, andiamo a comandare’ c’è della violenza. Tanta violenza. Non può che essere così. 

La seconda è che quando sentirai la parola ‘Insuperabile’, non potrai più fare a meno di pensare a un trattore. 

Di rossetti e di amicizie

Oggi ho imparato che…
Se una mattina per caso, mentre sei sulla metropolitana che da Gessate porta in centro, con il cellulare carico a pallettoni pronto per fotografare qualsiasi cosa, ti guardi intorno e noti due amiche che parlano fitto fitto, guardandole bene realizzerai che se una ha un’amica che mette il rossetto fin sotto il naso per far sembrare le labbra più grandi e non le dice niente… non è una vera amica!
Perché lo sa anche lei che noi, purtroppo, lo vediamo.
Il rossetto sotto il naso, intendo.

Dieci cose da fare a Milano se non vuoi seguire una Guida turistica. 

Oggi ho imparato che…

Un giorno per caso ti svegli e, avendo in programma di andare nella tua città natale a fare un giro per musei insieme a due nuovi amici francesi, decidi di riesumare dalla tua libreria il libro ‘101 cose da fare a Milano almeno una volta nella vita‘. E scorrendo l’elenco delle 101 cose che hai già fatto (quasi tutto), di quelle che non puoi più fare (andare a cena a Le Chandelier di via Broggi visto che non c’è più da anni ma che sulla guida è ancora segnalato) e che farai (come salire sui grattacieli che quando è stata scritta la guida non c’erano ancora) realizzerai che avrai pure parlato francanglais (nè francese nè inglese) tutta la sera raccontando della tua città ma nessuno di quelli che erano a tavola ti rivolgerà più la parola se non gli farai fare almeno una delle 10 cose di quelle che hai raccontato e che li ha fatti tanto tanto ridere:
1. Mangiare un panzerotto da Luini stando bene attento a non ustionarti la bocca e a non sbrodolarti il vestito col pomodoro e il liquidino della mozzarella.

2. Farsi un aperitivo al Bar Magenta coi fighetti (giovani) della zona e guardare tutti con l’aria sorniona: ne hanno di sviluppini da prendere prima di diventare grandi!

3. Mangiare una pizza come si deve da Spontini. Ma solo pizza e basta, perché se vuoi un caffè come si deve devi pagare, uscire e andare in un bar.

4. Bere un frullato da Viel. Se ti capita di essere al primo appuntamento, hai fatto Bingo: porta bene.

5. Schiacciare le balle al toro in Galleria senza scivolare. O senza esagerare e farsi girare la testa e cadere. Dovrebbe portare fortuna, ma non quando sei steso a pelle di leone per terra.

6. Comprare le caldarroste agli oh bej oh bej o in Duomo, nei baracchini vicino alla Rinascente. Fanno tanto Sant’Ambrogio. O Natale. O vento…

7. Cercare una bici rubata alla fiera di Senigallia, perchè lì di bici rubate se ne trovano sempre. E qualcuno ritrova addirittura la propria.

8. Ballare sui tavoli al LoolaPaloosa. Su questo punto meglio sorvolare.

9. Farsi fare un taglio di capelli da Coppola. Puoi uscire con una testa orribile, se non è l’anno giusto, ma tant’è.

10. Fare un giro senza comprare niente da Fiorucci. O comprando una maglietta con gli angioletti. Fintanto che l’Hard Rock Café non si decide ad aprire a Milano, che altra maglietta puoi comprare?

11. Guardare il sedere della statua di Napoleone nel cortile di Brera, prima di entrare alla Braidense a cercare un libro raro. Fa molto studente cool di Brera. Così è scritto sulla guida 101 cose.

Ho dimenticato qualcosa? Si, lo so, sono 11, ma di questi tempi fa figo scrivere #diecicose. 

E comunque lo so che queste cose non entrerebbero in una guida. Al massimo in Tripadvisor. Quello si. 


Ninjia warriors alla riscossa. Forse.

[oggi ho imparato che]- se un giorno per caso ti svegli, hai un milione di ferie da fare, decidi di prenotare un viaggio con destinazione Oceano Indiano perché lì il mare è più bello, ma ti viene il dubbio che la tua muta comprata l’anno prima non ti vada più bene, vai in solaio a prenderla e te la provi senza aspettare un attimo. Ma se dopo averla allacciata di tutto punto (anche il cappuccio) rompi il gancino della cerniera e non riesci più ad aprirla, nelle due ore seguenti non potrai fare altro che sentirti una perfetta idiota vestita da ninja, sudata da fare schifo, mentre cerchi di forzare la cerniera della muta con un coltellino da Parmigiano.

– se un giorno per caso ti svegli e leggi su una rivista scientifica che 30 minuti di esercizio fisico possono farti diventare il 10% più intelligente, realizzerai che d’ora in avanti, prima di infilarti una muta che sembri un ninja e di rimanerci intrappolata due ore senza riuscire a toglierla, dovrai ricordarti di andare a correre mezz’ora per diventare più intelligente: solo così capirai al volo che se la infili al contrario è meglio non tirar sù la cerniera perchè potrebbe rompersi.

La 35326 legge di Murphy e il Ponte degli Artisti

Un giorno per caso mentre sei seduta nella sala dove si sta tenendo la proiezione in anteprima dei cartoni animati Turner che vedremo in TV sui canali Boing, Cartoonito e Boys e ovunque nel 2017, ripensando al tuo viaggio in metropolitana, realizzerai che quando pensavi di aver visto e provato tutto (o per lo meno moltissimo) non avevi ancora percorso da Porta Genova a via Tortona passando per via Savona a piedi sotto il sole cocente e la temperatura dell’asfalto vicino ai 60 gradi centigradi che i tacchi ci affondano dentro urlando ‘Pietà’. La 35.326 legge di Murphy infatti dice che se decidi di andare all’evento ‘Turner- Heroes on the Block’ in via Tortona indossando i tacchi alti, quel giorno il Ponte degli Artisti sarà chiuso, dovrai circumnavigare il mondo e arriverai all’evento grondando sudore e sangue.

(Io giuro che i tacchi bassi me li ero portati, ma erano in borsa!)

((Comunque durante il welcome cocktail ho assaggiato delle caramelle lampone e zenzero che sono diventate le mie preferite. E mi è passato tutto))

(((Il tizio fighissimo che mi sedeva accanto durante la proiezione la pensava esattamente come me, perché non ha fatto altro che guardare le mie caramelle. Poi sono finite e non mi ha più guardato)))

((((La clip del cartone animato su una famiglia di Orsi social mi ha fatto morire: mi sono subito immedesimata negli orsi che postano tutto quello che gli succede sui social ed è diventato subito il mio cartoon preferito di sempre. Altro che Winnie the Pooh!))))

(((((Ho letteralmente sbavato davanti al vestito Moschino coi personaggi dei cartoon. Per non parlare della borsettina che mi regalerò sicuramente a Natale. Ma il must have è sicuramente la t-shirt che indossava la vice-president durante il suo appassionato intervento: la voglio e già mi vedo mentre la indosso con pantalone in pelle nero e scarpe col tacco assassino.)))))

(((((Alla fine sono tornata a casa con il braccialetto di Ben10 che si abbina da dio a un paio di Sergio Rossi, che la Ferragni mi farà un baffo, tié)))))

(((((((Secondo me Vomito e Gelone apprezzerebbero))))))

Colazione nizzarda

[Oggi ho imparato che]Se una mattina ti svegli, sei a Nizza, e sotto casa c’è una delle Boulangerie migliori della città e decidi di andare a prendere il pane e qualche croissant per fare colazione, il rischio di scendere e tornare in casa con il sacchetto pieno di ogni bel di Dio è davvero molto molto alto. 

(Modalità ‘13.545.567 calorie a colazione’ on)

Un sabato senza Paolino non è cosa

Un sabato mattina per caso realizzi che se ti svegli dopo aver dormito eccezionalmente 5 ore di seguito e non hai nessuna voglia di alzarti, l’unica soluzione è ripetersi come un mantra: “Il letto non è un progetto di vita. Il letto non è un progetto di vita. Il letto non è un progetto di vita”. Poi, sicuramente ci sarà l’altra te, stufa di soffrire di insonnia, che chiederà: “Ma perché no?

Un sabato per caso uscendo di casa per andare dal parrucchiere a farti la piega che ti sta tanto tanto bene, e ti accorgi di avere un po’ più di trucco del solito, alla prima telefonata che farai, realizzerai anche che l’alone di fondotinta che rimane sul vetro dell’iphone bianco fa lo stesso effetto della sagoma di piccione che ogni tanto si stampa sulla vetrata del salotto, la mattina quando il sole picchia contro. Orribile!

 Un giorno per caso ti svegli e realizzi che il sabato non è sabato senza il pollo arrosto e le verdurine fritte di Paolino. E che i sensori della tua Supercar non la smetteranno di suonare finché non allaccerai la cintura di sicurezza al sacchettino del pollo con le verdurine che hai appoggiato sul sedile del passeggero.

Pensieri che (ti as)salgono in Funicolare

Oggi ho imparato che… 
Se una mattina per caso, sulla Funicolare di Bergamo, mentre stai andando ad un appuntamento in Città Alta, ascolti la tizia seduta accanto a te che parla con l’amica e che dice di essersi comprata dei bellissimi slip mimetici, la prima cosa che ti chiederai visualizzando l’immagine degli slip sarà: “Mimetici rispetto a cosa?”
Una mattina per caso, arrivata al tuo appuntamento in Città Alta, salutando i presenti in attesa che cominci la riunione, realizzerai che si può tranquillamente accettare che una persona che non vedi da tempo, salutandoti, ti abbracci con trasporto, strazzonandoti anche un po’, ma si può tranquillamente arrivare all’omicidio se per il resto del tempo che trascorrete insieme ogni volta che dice una parola ti picchietta il braccio con la punta delle dita.
(Ho visto una bella maglietta: “Prego, rispetta la mia bolla prossemica e andremo d’accordo”. Domani la compro.)