Davvero in amore minus is more?

Una sera per caso ad un aperitivo con le amiche, dopo il solito giro di tavolo con l’aggiornamento delle storie passate, presenti e future delle stesse, al racconto di chi si lamenta di essere stata mollata dall’ultimo uomo perché definita “troppo intelligente”, realizzerai che non conosci nessuna amica figa (tra quelle molto intelligenti) che sia stata lasciata per lo stesso motivo. Anzi, le tue amiche “intelligenti e fighe” sono tutte, ma proprio tutte, accoppiate con uomini più o meno intelligenti senza che questi si facciano particolari problemi sull’intelligenza della stessa.

E la domanda sorgerà spontanea: “Che la figaggine di una donna per un uomo annulli di fatto  e completamente l’insormontabile minus dell’intelligenza?”

E di seguito: “Questo significa che la tua amica è intelligente ma non abbastanza figa per annullare questo insormontabile minus?”

Ma tutte queste considerazioni te le terrai per te: lei è troppo intelligente per non averlo capito da sola.

Distopico? Giuro che lo sapevo cosa significa! 

Oggi ho imparato che…

Una mattina per caso ti svegli e capisci che è troppo presto per fare qualsiasi cosa e decidi che puoi impiegare il tuo tempo fino al sorgere del sole dedicandoti dell’aggiornamento culturale on line. Prendi il PC, te lo piazzi sulle gambe e cominci a cliccare su quei link che ti eri messa da parte per quando avessi avuto un po’ di tempo. E dopo esserti sciroppata 5 interviste da mezz’ora l’una sul canale YouTube del Wired Next Festival, realizzi che nei prossimi post dovrai assolutamente inserire le espressioni: 

– Humus Culturale

– Mainstream

– Madonnina infilzata

– Futuro distopico 

– Musica liquida

– Rock indy

– Tessitore di ponti commerciali

– Black Internet

… perché sennò non sei nessuno.  

Ora vi lascio perché devo cercare di ricordare cosa significa la parola distopico. Perché lo sapevo, una volta, giuro.

10 cose che devi sapere prima di andare alle Terme se non vuoi beccarti un accidente.

Oggi ho imparato che… Se una mattina per caso ti svegli, sei a Bormio, realizzi che non sei mai stata alle Terme Bagni Vecchi e decidi di colmare questa lacuna visto che tutte le tue amiche ci vanno e ne parlano come se fosse il must do del secolo, sappi che:

1. All’ingresso ti daranno un accappatoio e un asciugamano con microchip che dovrai difendere a costo della vita, ma qualcuno alla fine ti fregherà comunque l’accappatoio e ti toccherà girare con uno non tuo in mano e l’asciugamano umido addosso. Quindi, se non vuoi fartelo fregare, sappi che all’ingresso vendono delle spille colorate per riconoscere l’accappatoio a 2 euro. E’ possibile che te lo freghino lo stesso (così si portano via anche la tua spilla colorata), ma almeno avrai fatto il possibile per rimanere con lo stesso accappatoio dall’inizio alla fine.  

2. Nel primo percorso potresti incontrare delle cerebrolese che ti chiedono di non entrare in una vasca di acqua perché loro devono farsi la 353578a foto in posa. E tu aspetterai che finiscano di farsi le foto da VIP per poi scoprire che quella vasca era di acqua gelata e hai aspettato per niente. Controlla sempre la temperatura dell’acqua di una vasca prima di metterti in fila per entrare: potrebbe essere uno choc! 

3. Potresti entrare in tutte le saune dei vari percorsi con la tua amica chiedendoti se fanno bene o fanno male a chi soffre di pressione bassa e la tua amica a scanso di equivoci si siederà sempre vicino al pulsante dell’emergenza. Controlla sempre prima temperatura e minutaggio.

4. Quando troverai all’ingresso delle vasche idromassaggio max 10 minuti, fidati, meglio non esagerare con la permanenza in acqua altrimenti quando uscirai sarai uno straccio e i muscoli non ti reggeranno. E comunque l’idromassaggio non fa dimagrire. 

5. Quando ti troverai nelle sale relax, sdraiata sulla chaise-longue, è meglio usare la copertina per rimanere al caldo e togliersi l’accappatoio umido, altrimenti ti addormenterai e ti beccherai un accidente. Ricordati che le chaise longue si inclinano per agevolare il sonno, altrimenti ti addormenterai col collo inclinato e ti risveglierai che sarai tutta incriccata. 

6. Meglio fare le vasche romane all’inizio, quando l’accappatoio sarà asciutto, altrimenti ti toccherà camminare nel prato, al freddo, con l’accappatoio bagnato che pesa venti chili a causa di tutte le volte che te lo sei tolto e messo per asciugarti e ti beccherai un accidente. 

7. Quando farai la vasca grande all’aperto, rimani sempre bassa e dimenticati di guardare il panorama, altrimenti l’arietta fresca ti gelerà la cervicale e ti beccherai un accidente.

8. Quando troverai la sala in cui offrono la tisana calda, non ti soffermare troppo perché qualcuno aprirà la finestra proprio mentre sarai di schiena e ti beccherai un accidente 

9. Quando avrai finito il percorso e deciderai di tornare a casa, asciugati bene i capelli con i phon a disposizione degli ospiti o ti beccherai un accidente. 

10. Quando sentirai che forse potrei organizzare di andare di nuovo alle Terme, sei autorizzato a darmi uno scappellotto in testa e a ricordarmi che quando ci sono andata mi sono beccata un vero accidente! 

Bisogna sempre prestare attenzione a come si toglie il make up

Oggi ho imparato che…

Le cose cambiano e noi nemmeno c’è ne accorgiamo. E lo scopri un giorno per caso, davanti al lavandino, mentre apri il mobiletto del make up e ti guardi allo specchio. Perché in quel momento ti chiederai quando è stato il preciso istante nella storia dell’uomo contemporaneo in cui lo ‘struccante 3 in 1’ ha cominciato a chiamarsi ‘acqua micellare’. No, perché è certo che in quel momento, forse, eri un po’ distratta. 

E poi, cosa vuol dire veramente ‘acqua micellare’? 

3 domande che non hanno risposta

Se una notte per caso vieni svegliata dallo squillo del telefono fisso e se, dopo aver realizzato che non è un sogno e non è nemmeno la televisione, ti precipiti in sala a rispondere ad occhi chiusi, con le braccia avanti e andando a sbattere ovunque, e in quel momento smette di suonare, scoprirai finalmente e incontrovertibilmente il vero significato della parola “casa”. Ossia quel posto in cui nessuno risponde al telefono di notte tranne te, ma poi tutti chiedono “Chi era?” E tu: “Non lo so chi era. Non lo so”.

Un giorno per caso, alla terza telefonata di operatore telefonico che cerca di farti tornare tra i clienti della propria azienda che avevi lasciato per una tariffa migliore, realizzerai che in tutta la tua vita nessuno dei tuoi ex era stato così insistente come quello del call centre di Wind. Why?

Un giorno per caso, sulla metropolitana che da Gessate porta in centro, ti si accolla una tizia che inizia a parlarti della fine del suo matrimonio e di come si è innamorata di nuovo di un uomo meraviglioso conosciuto su internet e tu, sorridendo, realizzerai che puoi anche far finta di non farti toccare da certe cose, ma ci sono pensieri che ti perseguiteranno per tutto il resto della giornata, tipo: “Ha sbagliato un congiuntivo, glielo dovevo dire?”

Le 5 cose che tutti dovrebbero sapere sulle corna.

Oggi ho imparato che…

#1 Se una sera per caso mentre stai scanalando col telecomando ti imbatti nella nuova versione del Grande Fratello proprio mentre una giovin donzella pseudo VIP fa la voce grossa con una rivale per marcare il territorio occupato dal maschio Alfa e l’altra risponde stizzita che lei “non sta facendo niente di male, ma nel caso lei deve stare al suo posto perché lui è libero di scegliere” e tu aggiungi “vinca la migliore”, realizzerai che in fondo non c’è niente di piu patetico che vedere due donne che si accapigliano (anche se solo a parole) per un uomo, perché in genere lui gongola e loro ci fanno la figura delle poverette. 

#2 Se una sera per caso mentre stai scanalando col telecomando ti imbatti nella scena patetica di una giovin donzella che minaccia la concorrente in amore nella speranza di spaventarla, la prima tentazione che avrai sarà quella di dirle che è inutile strepitare e fare la voce grossa perché tanto arriverà il momento in cui rimpiangerà di non avere un motivo straordinariamente forte come le corna (subite e perdonate) per far cadere sotto il peso delle sue mazzate quello che nel frattempo sarà diventato un omino con la pancia che si addormenta tutte le sere con la bolla al naso sul divano davanti alla tv e che da uomo Alfa sarà ormai molto più simile a un’Alfetta fuori produzione

#3 Se una sera per caso mentre stai scanalando col telecomando ti imbatti nella scena una donzella che fa la voce grossa per marcare il territorio occupato dal suo maschio Alfa, la seconda tentazione che avrai sarà quella di illuminarla sul fatto che le vere concorrenti (le zoccole, innamorate o no) non hanno paura di nulla e di nessuno, tanto meno di una scenata in tv nella casa del Grande Fratello; mentre le presunte tali in genere sono delle innocue profumiere che quando arrivano al dunque iniziano a belare e si tirano indietro con il naso freddo per la paura. Perché agitarsi tanto? 

#4 Se una sera per caso mentre stai scanalando col telecomoando ti imbatti nella scenata di una giovin donzella che fa la voce grossa per marcare il territorio occupato dal maschio Alfa, la terza tentazione che avrai sarà quella di ricordarle che in Italia (secondo la media del pollo) l’80 per cento degli accoppiati ha confessato di aver tradito almeno una volta il proprio partner. E che alcuni sono più sfigati di altri (potenziali traditi e aspiranti traditori). E che solo lei conosce il suo pollo.

#5 Se una sera per caso mentre stai scanalando col telecomando ti imbatti nel post di una giovin donzella che fa la voce grossa per marcare il territorio occupato dal maschio Alfa, l’ultima tentazione che avrai sarà quella di illuminarla sul fatto che se l’uomo vuole farle le corna lo farà senza troppi se e troppi ma (e lei non ci potrà fare niente). Ma la vera verità (assolutamente incontrovertibile) è che, se un milione di anni fa hanno inventato le corna, si vede che le corna servivano e che, prima o poi, che ce le meritiamo o no, qualcuno un paio di quelle belle corna che pesano e ti fanno crescere di mezzo metro in un’ora ce le farà pure provare. Ma non le dirai nulla. In fondo è giovane e imparerà. E sai che le porte basse (o le corna alte) non hanno mai ucciso nessuno. E che non uccideranno nemmeno lei.

10 cose imparate con Il Rompiballe

Oggi ho imparato che…

Una mattina per caso ti svegli e realizzi che non c’è scampo: si può imparare ovunque. E te ne rendi conto ripensando a te, seduta sulle poltroncine di un teatro di provincia, accanto alle tue amiche, mentre assisti ad una pièce teatrale adattata e tradotta dal francese, di cui sapevi molto poco se non le poche informazioni che hai trovato su internet.

Ecco le 10 cose che puoi imparare.

#1 – SE NON CONOSCI IL TITOLO DELLO SPETTACOLO CHE ANDRAI A VEDERE, CHIEDI.
Se la tua amica ti dice “vieni a teatro a vedere Pisu” e non ti dice il titolo dello spettacolo, non fare la splendida: chiedi. Perché se decidi di andare su internet e fare la ricerca per parole chiave, e non ti ricordi di digitare anche la data, finirai per credere tutto il giorno che andrai a vedere uno spettacolo dello stesso autore, con la stessa compagnia di attori, intitolata in un modo completamente diverso.
E potresti scoprire che stai per andare a vedere Il Rompiballe di Francis Veber  quando ormai sei nel foyer del teatro, mentre aspetti che la tua amica arrivi coi biglietti, dopo aver passato venticinque minuti (prima di uscire di casa) a leggerti le recensioni e la trama di un altro spettacolo. Ecco.

#2 – UN TITOLO FRANCESE PUO’ ESSERE PIU’ FICCANTE DI QUELLO TRADOTTO IN ITALIANO, MA TANT’È
“Il Rompiballe” diciamocelo, non è un gran titolo. Rompiballe. Chi è che usa quel termine al giorno d’oggi? Certo, “Il Rompic…” probabilmente sarebbe stato eccessivo, ma avrebbe reso l’idea. Quello originale, invece, ‘L’emmerdeur’, sarebbe stato decisamente più ficcante. Ma chi è che parla il francese al giorno d’oggi?

#3 – COME DIRE “NO SPOILER” IN BERGAMASCO
Ci sono modi e modi per non spoilerare. E ci sono modi e modi per minacciare qualcuno di non spoilerare. Alcuni stanno bene attenti a non raccontare il finale perché hanno paura di prenderle.
In genere si dice NO SPOILER, mentre il presentatore della rassegna teatrale Teatro Comico l’ha fatto in bergamasco: “Ok, ok, conto su negot”.
L’importante è il risultato.

#4 – AVERE IL DONO DELLA SINTESI E’ IMPORTANTE. SEMPRE
Soprattutto quando si presenta una pièce teatrale, il dono delle sintesi è essenziale. Ci sono situazioni in cui la sinossi dura più dello spettacolo e poi c’è qualcuno anche maldestro che finisce per dire e non dire e farti capire tutto.
Al Teatro Civico di Dalmine possiamo dire che la sinossi de Il Rompiballe da parte del presentatore è stata magistralmente essenziale: “C’è uno sveglio e uno meno.”

#5 VA BENE LA SINTESI, MA UNA SINOSSI MENO ESTREMA PUÒ AIUTARE
Una sinossi, o riassunto, ben fatta può aiutare a decidere di andare a vedere uno spettacolo. Eccone una trovata su internet dopo lo spettacolo che non svela il finale, ma che dice tutto e cattura l’attenzione:
Per un killer che deve uccidere dalla finestra di una stanza d’albergo l’uomo politico che sta per fare rivelazioni sconvolgenti, cosa ci può essere di meno opportuno che un fotografo rompiballe e con tendenze suicide nella stanza accanto? Soprattutto se le azioni maldestre del rompiballe fanno sì che le due stanze vengano visitate continuamente da mogli esasperate, amanti aggressivi, cameriere impiccione, poliziotti maldestri…

#6 – RICORDA: MAX PISU NON è RAFFAELE PISU.
Se la tua amica ti dice “vieni a teatro a vedere Pisu”, ricorda che Raffaele Pisu non è l’unico Pisu del mondo.
Perché tu potresti aspettare tutto il primo tempo l’arrivo di Raffaele Pisu in scena, chiedendoti “come mai non arriva? Forse perché è così anziano che hanno deciso di fargli fare un cameo nel secondo tempo?”. Senza accorgerti che un Pisu è in scena dal primo minuto della commedia ed è… Max Pisu!
Quindi, rilassati, e sappi che se Max Pisu è in scena, Raffaele Pisu non uscirà né nel primo né nel secondo. In effetti a 91 anni, forse non è il caso di fargli fare una tournée teatrale così lunga.

# 7 UN TEAM BEN COLLAUDATO SI NOTA SUBITO: TUTTI PARLANO UN MEDESIMO LINGUAGGIO DI SCENA, FATTO DI BATTUTE, GAG, MOLTO RUMORE E MOVIMENTO.
Il team di Marco Rampoldi, il regista de Il Rompiballe, è ben collaudato da molti spettacoli insieme e in particolare i due protagonisti Max Pisu- Claudio Batta (volti noti di Zelig), su cui si regge tutta la commedia, coinvolgono, fanno ridere, facendosi benvolere dal loro pubblico.
Pisu dà una originale prova di sé nelle vesti del maldestro ma tenero “rompiballe” a cui alla fine ci si affeziona.
La battuta unita alla mimica che mi ha fatto ridere di più nel primi 10 minuti dello spettacolo è quella del protagonista che si ritrova al matrimonio di un suo amico e parlando con la sorella della sposa, per conquistarla le dice: “Se io fossi il mio amico, avrei sposato te”. Grandioso.

#8 IN UNA COMPAGNIA COLLAUDATA, SE MANCA QUALCUNO IL SOSTITUTO E’ COMUNQUE PERFETTO.
Il presentatore di Dalmine, prima dell’inizio l’ha detto: “Tizio verrà sostituito da Caio”; ma poteva anche non farlo perché in fondo non ci sarebbe stata nessuna levata di scudi per l’assenza dell’attore. Ma comunque è bene prenderne nota, perché se ti distrai e non memorizzi i nomi dei due attori, finirai per passare tutto il primo tempo a chiederti se la sostituzione dell’attore avesse in qualche modo influito con il testo e se era per questo che Raffaele Pisu non fosse ancora entrato ancora in scena…

# 9 LA COMICITA’ SERPEGGIA OVUNQUE, ANCHE SULLE POLTRONCINE DEL TEATRO
Ci sono i comici involontari, come quelli che aspettano un attore che non entrerà mai in scena perché non è in locandina, e quelli che guardano un tizio con una pettinatura improbabile e commentano facendoti ribaltare sulla poltroncina del teatro. E’ il caso della mia amica, che al termine dello spettacolo, durante gli applausi, mentre il regista ringraziava scuotendo la sua pettinatura da paggetto, ha esordito: “La prossima volta tagliamo i capelli, vero?”

# 10 – Anche questa volta non c’è un dieci, ma siccome google preferisce i post che nel titolo citano Dieci cose, io il 10 ve lo piazzo, non si sa mai.

10 cose che ho imparato durante l’anteprima del film ‘Qualcosa di nuovo’

Oggi ho imparato che…

Se una sera per caso vieni invitata all’anteprima del film “Qualcosa di nuovo” di Cristina Comencini, e hai la fortuna di assistere dal vivo all’intervista alla regista e alle due interpreti principali, Micaela Ramazzotti e Paola Cortellesi, non potrai fare a meno di realizzare che il cinema è veramente una questione di chimica, un miscuglio magico di linguaggi, di sassolini caduti per caso dalla scarpa, di espressioni nuove, di emozioni e di tanto altro.

Ecco una bella carrellata di cose imparate:

REGOLA #1: Quando vai a vedere un film in anteprima, scordati di poter anche solo lontanamente tenere il cellulare in mano.
Se mai ti venisse voglia di fare una foto allo schermo mentre passano alcune scene del film, o alle attrici mentre vengono intervistate, o ti venisse voglia di scriverti una frase del film particolarmente divertente o ispirata, sappi che ci sono i cecchini dell’antipirateria sparsi per la sala che potrebbero immediatamente sparare una granaiuola di pallini col fucile sul tuo smartphone, interrompendo qualsiasi comunicazione tua col resto del mondo fino alla fine dell’Universo. Questo è quanto ci hanno fatto capire all’ingresso del teatro di Radio Italia prima della proiezione del film. E’ evidente che gli addetti dell’antipirateria non avessero in mano un fucile a pallini, ma l’immagine è abbastanza eloquente del mood.

Da quando ci si siede sulle poltrone, il telefono va spento. Punto.

(E a scanso di equivoci, le foto che ci sono non le ho rubate durante l’anteprima, ma le ho screenshottate on line dal trailer. Ma sempre col mio smartphone. Tié.)

REGOLA #2: Se vedi un buffet imbandito per l’aperitivo e gli ospiti sono tutti nei paraggi a gruppetti, è inutile che ti fiondi verso il cameriere per farti dare qualcosa da bene. Se non c’è nessuno al buffet, è evidente che non l’hanno ancora aperto. E dovresti saperlo visto che hai sempre organizzato eventi e sai che finché non viene dato il via ai camerieri, loro non servono niente. Non è che quando diventi un’ospite le regole cambiano.
Comunque alla fine hanno aperto e mi sono cibata.

REGOLA #3: Quando assisti ad un’intervista cerca di imparare i nuovi linguaggi. Potrai sempre riutilizzarli in futuro.
Se durante l’intervista ad un certo punto si sente un lamento simile ad un miagolio e per un attimo tutti si guardano intorno alla ricerca dell’animale, e dopo un attimo si sente un altro miagolio e un altro ancora e poi si scopre che sono gli sgabelli girevoli del teatro su cui sono sedute intervistate e intervistatore (Patrick di Radio Italia, quello con due lauree), non potrete fare a meno di ridere quando anche loro cominceranno a ridere.
E scoprirai che gli attori hanno un linguaggio tutto loro, quasi poetico, ma molto particolare. Infatti non dicono “che ridere”, ma dicono “mi hai fatto un regalo”. E questa cosa ti piacerà un sacco e, d’ora in avanti, quando ti capiterà lo dirai anche tu. Ma solo per vedere l’effetto che fa.

REGOLA #4: Hanno tutti il diritto di indossare delle scarpe comode, soprattutto se anche tu ti presenti a teatro con le scarpe col tacco e le ballerine in borsa.
Quando assisti dal vivo ad un’intervista cerca di non fare facce guardando le scarpe delle persone intervistate: né di approvazione se ti piacciono molto, né di disapprovazione se non ti piacciono, né di disgusto se ti fanno orrore. Ricordati che magari queste persone sono alla 7° intervista in un giorno, alla terza proiezione del film in meno di 8 ore, alla 14a location diversa, al quinto taxi. E di mettere delle stilosissime stiletto tacco 12 non gli passava neanche per l’anticamera del cervello.

REGOLA #5: Quando prendi in mano una scarpa da uomo 47, se ti viene l’istinto di infilarci il naso dentro e sentire se puzza, sappi questa cosa è un gesto istintivo che potrebbe quasi essere considerato arte.  Anzi, diciamo che lo è. Punto.
E te ne renderai conto quando scoprirai che la scena in cui Micaela Ramazzotti prende in mano la scarpa di Eduardo Valdarnini non era stata scritta così, che lei avrebbe dovuto solo prendere in mano la scarpa da uomo numero 47, ma che durante le riprese, quando l’aveva avuta in mano non aveva potuto fare a meno di annusarla. E se quella scena è diventata così irresistibile, realizzerai che la grandezza di un regista e di un interprete sta nel rendere vero un personaggio e che questa cosa l’avevi imparata tanti anni prima studiando un grande del teatro, Eduardo de Filippo (non è una coincidenza sincronica che Valdarnini, il proprietario della scarpa che prende in mano la Ramazzotti e De Filippo si chiamino nello stesso modo?), che aveva trasformato una scena semplice come quella in cui si doveva togliere una scarpa e appoggiarla per terra in un capolavoro. Eduardo (De Filippo) quando si era tolto la scarpa alla prima di Natale in Casa Cupiello aveva scoperto che c’era dentro un sassolino  e che cadendo aveva prodotto un rumore lieve lieve che dava un tempo di sospensione molto reale; allora la sera dopo aveva rimesso il sassolino nella scarpa e lo aveva fatto cadere di nuovo, ma non era sufficiente; la sera dopo aveva riprovato con due sassolini e la terza sera con tre sassolini ed era stato perfetto. E da quella sera la scena era andata così, con tre sassolini, ed era diventata un capolavoro.
Per farla breve, realizzerai che se una scarpa può diventare così determinante e piena di ricordi, quando prenderai in mano le scarpe puzzolenti di tuo figlio per metterle nella scarpiera, e vorresti non doverlo fare, puoi chiudere gli occhi (e le narici) e far finta di essere dentro un film della Comencini o in una commedia del grande Eduardo.

REGOLA #6: Una donna saprebbe come far innamorare una donna (e anche senza essere omosessuale). Ma spesso quando si tratta di far innamorare un uomo, alcune fanno un gran casino. Lo dimostra il film ‘Qualcosa di nuovo”, dove due amiche quarantenni spiegano a un giovane come si deve comportare per conquistare una donna, renderla felice e farla innamorare. Poi ovviamente lui farà di più. E anche loro. Ma evitiamo spoiler.

REGOLA #7: Se le foto le fanno quelli che sanno fare le foto, un motivo c’è.
Se al termine del film, quando finalmente riaccendi smartphone appena ti sei accertata che quelli dell’antipirateria non ci sono più, e decidi di farti fare una foto davanti alla locandina del film, e dai il cellulare alla tua amica che è appassionata di fotografia, lo scatto che ti regalerà sarà uno dei migliori dell’anno: ti fa sembrare più magra, più giovane e più simpatica. Vabbè, magari quello no, ma stai molto bene e puoi anche far finta di essere più simpatica.

REGOLA #8: E’ importante conoscere che “giornata mondiale” è.
Se vai a vedere un film il giorno della Giornata del Sorriso e il film è così delizioso da farti uscire con un bel sorriso, be’ potrai dire di aver onorato la giornata e starai così bene che deciderai di andare a fare la tua lezione di prova di yoga della risata. Così, per mantenere l’effetto.

REGOLA #9 – La critica dei film è meglio lasciarla fare a chi fa critica.
La cosa migliore quando non si è un critico cinematografico è dire se il film ti è piaciuto o non ti è piaciuto: questo è sicuramente quello che interessa di più a registi e attori. E sì, il film della Comencini ‘Qualcosa di nuovo’ mi è piaciuto molto. E lo rivedrei.

E per finire…

REGOLA #10 – Non c’è sempre una regola numero 10, quindi se devi per forza scrivere un post con 10 regole è bene che te le prepari prima. Magari infilandone una jolly. Tanto nessuno se ne accorge.

… e poi ci sono le foto screenshottate.

‘Qualcosa di nuovo’ anche per me? 

Oggi ho imparato che…

Se un giorno per caso vieni invitata da un’amica all’anteprima del film ‘Qualcosa di nuovo’ e dopo qualche ora, per caso, mentre stai guardando la tv, ti imbatti nell’intervista di Pippo Baudo alla regista dello stesso film, Cristina Comencini, e alle due interpreti principali, Paola Cortellesi e Micaela Ramazzotti, comprenderai (e visualizzerai) definitivamente il significato di ‘Ossimoro’.
Basterà infatti mettere insieme il titolo del film ‘Qualcosa di nuovo’ (se non si fosse ancora capito) e Pippo Baudo, l’inossidabile conduttore ottantenne della ‘nuova’ (nuova??) Domenica In, per capire che tutto ciò si configura come un’antitesi televisiva e ti fa lo stesso effetto sulla colonna vertebrale di quando un gatto scivola con le unghie su una lavagna: brrrrividi!

E realizzerai anche che ti fa una certa impressione ascoltare Pippo Baudo mentre fa domande pertinenti ma leggere alle compute interpreti del film dimostrando di essere sinceramente interessato alla sinossi dell’opera: la storia di due amiche inseparabili ma molto diverse all’indomani di una notte pazza con il ventenne Eduardo Valdarnini, vicenda su cui si gioca tutta la trama del film. Perché tu in fondo non sai se riusciresti a raccontare a tuo nonno che stai interpretando (nel mio caso sarebbe stato ‘scrivendo’) una storia di sesso anche carina e spiritosa tra una quarantenne e un ventenne, dove tu per caso sei la quarantenne.

“Paola Cortellesi è Lucia, cantante di blues ma lontana dall’immagine dell’artista “genio e sregolatezza”, è una donna assolutamente quadrata che ha chiuso con il genere maschile, Micaela Ramazzotti invece è Maria degli uomini non può fare a meno, è separata, quando i figli stanno con il padre esce e incontra un uomo diverso ogni sera. Una sera nel letto di Maria capita l’Uomo perfetto: bello, sensibile, appassionato, maturo. In realtà è poco più di un ragazzo e per una serie di equivoci scambierà Maria con Lucia. Tra sorprese, equivoci, grand‎i bugie e piccoli abbandoni Lucia e Maria si prenderanno una bella vacanza da se stesse. Un giorno nel letto di Maria (Ramazzotti) capita un ragazzo perfetto peccato però che crede di essere stato con Lucia (Cortellesi).

Ecco, no. Direi proprio di no. A mio nonno non lo racconterei nemmeno se lui mi sorridesse facendomi delle domande pertinenti e leggere.

Ma a giudicare dagli sguardi neanche la Comencini e le due interpreti si sentivano proprio tanto a loro agio. E forse neanche Pippo Baudo. Ma tant’è.

Così le domande sorgono spontanee: 

Ma era proprio necessario promuovere un film così su una rete dichiaratamente per persone agé come RaiUno facendosi intervistare da una persona evidentemente agé (80 anni non sono uno scherzo)? Che target pensavano di portare al cinema? nonne e badanti?

Ma se anche tu stavi guardando Domenica In (!) e hai visto tutta l’intervista di Pippo Baudo alla Comencini, Contellesi e Ramazzotti (!!) e andrai sicuramente a vedere il film, significa forse che sei anche tu agé e la promozione di Cattleya ha colpito il target? o puoi far finta che ci andrai perché la tua amica ti ha invitato all’anteprima venerdì sera, in una location fighissima che sicuramente non è per persone agé? 

(Vabbè, sabato vi dico se il film mi è piaciuto)

Regola: se ti invitano a una sfilata, osa! Sarai ‘di tendenza!’

Oggi ho imparato che…

Se una sera per caso vieni invitata a Milano all’evento You’ve got the Swing della boutique Imarika, la settimana prima della Milan Fashion Week, realizzerai che nonostante il tuo viscerale amore per le scarpe e le riviste di moda, hai tanto tanto da imparare su questo mondo e ti sentirai come un personaggio a metà tra Alice nel Paese delle Meraviglie e Andy del celebre film (o libro) Il Diavolo Veste Prada quando veniva redarguita da una severa Miranda sulla moda del color ceruleo. E te ne renderai qualche giorno dopo, quando ripenserai ai discorsi ascoltati, alle persone incontrate, ai vestiti ammirati, e a tutte le cose che non sapevi, che non immaginavi neanche e che ora sai, sul mondo della moda.

Ecco una carrellata di cose imparate:

Regola: arrivare puntuale a volte è come arrivare presto.
Se l’invito è dalle 19.00, non ha senso presentarsi alle 19.00 perché a quell’ora troverai pochissime persone e avrai solo la tentazione di metterti a gironzolare nei posti degli addetti ai lavori, che in quei momenti stanno sistemando le ultime cose e sarai solo d’impiccio.

REGOLA #1:  I palazzi di Porta Venezia sono stupendi. Anche se da fuori non lo vedi.
Se l’invito è in un palazzo del centro di Milano, è possibile che tu possa scoprire di esserci passata davanti migliaia di volte senza sapere che al di là del cancello c’è lo stupendo cortile con accesso al giardino di un meraviglioso palazzo neoclassico. E ringrazierai 1000 volte internet per le informazioni su Palazzo Bovara, il palazzo che fa da cornice all’evento di cui non avresti saputo nulla se non ti fossi messa a googolare poco prima di arrivare a destinazione. Solo così sei riuscita a goderne la bellezza.

REGOLA #2: Alle sfilate di moda sono tutti più belli. Quindi osa!
Se l’evento si svolge tutto nel cortile del palazzo, potrai assistere alla sfilata di moda, al concerto delle McKeeney Sisters e all’esibizione di una divertente coppia di ballerini, tutto nella stessa location; ma assisterai anche al defilè di tutte le invitate dell’evento che per l’occasione indosseranno i loro abiti più belli e alla moda. E realizzerai che tutte le donne ti sembreranno modelle. Anche i bambini ti sembreranno dei modelli. Anche gli uomini presenti ti sembreranno dei modelli. Tutti ti sembreranno dei modelli.  E magari qualche modello lo incroci pure e ti chiederai: ‘ma lui è un modello oppure è solo bello?’ Perchè saranno tutti bellissimi nei loro vestiti da cocktail e da sera lunghi, colorati, dorati, argentati, pastello, fiorati… Tutti tranne te, che sei rimasta uguale a te stessa, con abito nero e accessori colorati per non rischiare nulla.

REGOLA #3 : I capelli rosa sono trendy. Punto e basta.
Se arriva una signora coi capelli rosa, la padrona di casa la accoglierà cinguettando con entusiasmo “Come sei di tendenza con questo rosa” e tu non potrai fare a meno di pensare che se fossi arrivata a casa coi capelli rosa, probabilmente tuo figlio ti avrebbe detto con gli occhi spalancati “Mamma, ma hai i capelli rosa?!” e avrei dovuto spiegare il motivo di quel colpo di testa, mentre nel mondo della moda nessuno deve spiegare perché si è fatto i capelli rosa. E un po’ la invidierai.

REGOLA #4: Guai a dire che una borsa è solo una borsa. E’ molto di più.
Se incroci tra le invitate una signora con una borsa pazzesca a forma di soffietto cilindrico e le chiedi timidamente di lasciartela fotografare, riceverai in cambio uno dei sorrisi più felici del mondo perché scoprirai che quella borsa è una sua creatura, che lei è la stilista Laura Strambi, che è un prototipo e che quella non è solo una borsa ma è un concept, e che ci vogliono anni e anni prima di riuscire a progettare una borsa strepitosa come quella, che non viene bene al primo colpo (l’ha detto lei facendoci vedere la chiusura), ma che poi, alla fine, è un capolavoro….

REGOLA #5: Gli stylist sanno tutto. Non puoi nascondergli nulla, ricordalo!
Se ti presentano un fashion blogger, stylist professionista e personal shopper, e lui chiacchierando ti dice che approva il mix di capi di alta moda con capi del Fast Fashion “perché in fondo se il proprietario di Zara è al primo posto nella classifica Forbes tra gli uomini più ricchi del mondo della moda la sua non è proprio un’aziendina e merita attenzione e rispetto”, molto probabilmente ha capito che tu in quel momento stai indossando un vestito in raso di Zara e vuole farti sapere che non ti sta schifando ma che lui sa. E tu non potrai fare a meno di sperare che si sia accorto anche che indossi dei sandali di Sergio Rossi arancioni abbinati alla collana in smalto arancione e alla borsa sempre arancione firmata Nicoli…

REGOLA #7: Prima di farsi fare una foto, provare provare provare…
Se capiti davanti al backdrop dove invitati e padroni di casa hanno fatto la passerella per le foto ricordo di rito,  ti chiederai quante foto hai la possibilità di fare e se le potrai vedere prima, perché, mannaggia, non hai la più pallida idea di quale sia il tuo lato migliore (tutti devono avere un lato migliore, ma come fai a saperlo la prima volta?) e dovrai fare un grosso sforzo per sembrare naturale davanti all’obiettivo. E ripensando a tutte le foto fatte finora agli eventi, deciderai che l’unico accorgimento è sorridere e alzare il mento come Monica Bellucci: avrai il collo lungo come un Modigliani, ma almeno non dovrai impazzire con photoshop per togliere le rughe e la pappagorgia. Ma quando vedrai finalmente le foto, realizzerai che era meglio preoccuparsi di più del vestito e di meno delle rughe perché la cinturina impero ti fa sembrare incinta e vorresti bruciare tutte le foto. Ma tutte tutte tutte!

REGOLA #8: Non chiederti come ti starebbe un vestito visto durante una sfilata, goditela e basta. Probabilmente non lo troverai in negozio.
Se ad un certo punto le luci si abbassano e inizia la sfilata della capsule di Imarika, scoprirai che capsule non il termine per indicare un accessorio particolarmente avveniristico, ma è una sfilata di pochi capi sceltissimi che fanno storia a sé, che hanno tutti un unico filo conduttore e che sono la rappresentazione di un concept unico… Insomma, hai imparato qualcosa di nuovo ed è meglio non continuare oltre perché ti renderai conto che stai assistendo a qualcosa di molto IN, visto che tutti i presenti sono estasiati dalle modelle che sfilano. Tu invece non potrai fare a meno di chiederti se quelle creazioni meravigliose e bizzarre che stai vedendo sfilare addosso a delle ragazzine diafane e magrissime a te starebbero bene o ti farebbero sembrare solo bizzarra. Ma poco dopo scoprirai che molto probabilmente quegli abiti non li troverai in vetrina, se non con modifiche che renderanno la creazione più “portabile”. Come lo splendido vestito verde acqua e oro  di Simone Rocha indossato dalla padrona di casa dal quale non riuscirai a staccare gli occhi. E penserai che quello sarebbe uno dei tuoi must have.

Scoprirai che tutte le donne presenti sono tutte molto belle. E se non sono belle sono particolari. E se sono particolari è perché indossano tutte degli abiti meravigliosi. Abiti che le fanno diventare meravigliose.
Scoprirai infine, guardandoti intorno, che il discorso del figlio della titolare di Imarika mai come durante questo evento sia così calzante: “Aver cura di sé fa la differenza. Visto che ci vestiamo ogni giorno, vestirsi bene è come dire sì alla vita”.

E niente più ti sembrerà eccessivo. Sarai solo dispiaciuta di non aver osato di più.