Il gelato al Puffo non è alcolico!

[Oggi ho imparato che] Non importa chi è, cosa fa o da dove viene. In gelateria, al Nuovo Fiore di Riccione o all’Officina del Gusto di Misano Adriatico, dopo una lunga e attenta riflessione, la persona in fila davanti a te sceglierà sempre gli stessi gusti. Ma se sono le 22.00, piove che Dio la manda e davanti a te c’è un uomo che, dopo aver soppesato Fragola, Tiramisù, Nutella e Crema, chiede alla conista: ‘Di cosa sa il Puffo? Di anice?’, tu capirai senza ‘ma’ e senza ‘se’ che se potesse, invece del cono, si farebbe una bella sambuca con la mosca.

  

[Saluti dalla Romagna]

[oggi ho imparato che] Un giorno per caso ti svegli, sono le 4.00, sei sull’Adriatico per il Ponte del 2 giugno, non riesci più a dormire, esci sul balcone, noti i colori del cielo e del mare che piano piano cominciano a fondersi in un tutt’uno, vieni presa dalla meraviglia della natura, del mondo, dell’universo e realizzi che telefonare ai tuoi amici alle 4 di notte per sapere se stanno dormendo bene sarebbe un modo bellissimo per dimostrare l’amicizia. La loro. Per te.

Mentre tu sei sveglia. 

E non riesci a dormire. 

Ecco.

  
Un giorno per caso mentre sei al mare, sull’Adriatico, per il Ponte del 2 giugno, dopo una notte pressoché insonne, puoi decidere di uscire presto per andare a correre e incontrare degli strani figuri sul lungo mare: 

– un runner con la camel bag sulla schiena, la cannuccia in bocca, le scarpe da trial e le calze blu… da manager

– un gruppo di nordic walker coi bastoncini e gli scarponi dirigersi verso il mare

Poi, finita la corsetta, puoi tornare in albergo e trovare degli strani figuri seduti all’ombra, col PC acceso, collegati al wifi dell’hotel, col telefono in mano, mentre parlano con l’ufficio di Milano e guardano con tristezza verso il mare… Ah, sei tu. Come non detto. 

‘Persone simpaticissime, quindi!’

[Partenze intelligenti]

Un giorno per caso ti svegli e ti guardi intorno e realizzi che hai pochi minuti per scendere nella sala della colazione, bere il solito ginseng in tazza piccola, con 3 frollini, uno yogurt, due fettine di torta al cioccolato, tornare in camera di corsa, BUTTARE tutta la tua roba in valigia e caricare la macchina.
Avresti potuto fare la valigia la sera prima invece che andare al Batucada a bere il miglior mojito della Riviera e a guardare i barman ballare mentre preparano i loro fantastici cocktail brasiliani; fare come fanno tutte le brave madri di famiglia previdenti ‘perchè non si sa mai, potrebbe succedere qualcosa che ti impedisce di fare la valigia e tu devi lasciare lo stesso la stanza entro le 10 e ti ritrovi con tutta la tua roba ammassata in un angolo del corridoio dell’hotel a infilarla nei sacchi neri per fare prima (incubo delle ultime due notti che dovrai indagare con la tua analista un giorno)’. Cosa che ovviamente non succede.
E, dopo aver sistemato tutto l’ambarandan nel bagagliaio, ti farai paf paf sulla spalla per tutti gli anni passati a giocare a Tetris senza sapere se un giorno ti sarebbe servito oppure no. Ecco, ora lo sai: senza Tetris non saresti mai riuscita a far stare 2 biciclette, una bilancia pesapersone, 2 racchettoni da spiaggia, 3 valigie di dimensioni diverse, una borsa da palestra, un secchiello da sabbia con un vaso piccolo di ciclamino, un pc, un televisore da auto, una borsa di vestiti nuovi, due scatole di scarpe, un sacchetto di oggetti vinti in salagiochi con i punti di innumerevoli jackpot, due palloni e una coperta in macchina. Il tutto in meno di un’ora, giusto in tempo per andare a pagare l’ombrellone in spiaggia, salutare tutti in hotel e partire.
Con la speranza (del figlio) di fare il minimo sindacale di coda e riuscire a trovare un Autogrill in cui fermarsi a pranzare con un Camogli ”. Ecco.

E così la vacanza al mare finirà
con la consapevolezza che:
1. La valigia va fatta all’ultimo. Si buttano tutte le cose dentro le valigie e non ci si fanno troppe pippe. La vacanza va goduta fino all’ultimo.
2. Un viaggio di ritorno a casa non è un vero viaggio senza il pranzo (o la cena) in Autogrill; un pranzo (o cena) in Autogrill non è un vero pranzo (o cena) senza un Camogli; un viaggio di ritorno a casa non è un vero viaggio senza un CAMOGLI. Perchè non c’è partenza intelligente che conti: l’importante è che tuo figlio riesca a mangiare il CAMOGLI.
3. Inutile arrabbiarsi. Non sai ancora come, ma un giorno anche tuo figlio riuscirà ad utilizzare le sue competenze acquisite con ore e ore trascorse a giocare con tutti i videogiochi del mondo. Foss’anche riuscire a costruire un muro di protezione di un castello medievale, con fossato e ponte levatoio, mentre è in vacanza in campagna con tutta la famiglia.
Del resto, Tetris docet!

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[Cercasi guru della dieta disperatamente]

Se una mattina per caso ti svegli, sei in vacanza e decidi di andare a correre presto x non rimanere sotto il sole cocente con le Mizuno inchiodate all’asfalto, realizzerai che Dimagrire di Corsa è un lavoro e se cerchi di farlo mentre sei al mare è un doppio lavoro.
E, dopo aver percorso 8K  con un audio coach per Sexy Joggers che ogni 30” ti sollecita con un tip ultra motivante, guardandoti intorno realizzerai che il mondo dei runner è davvero vario e variegato. E che non c’è niente da fare, ma nulla dà più soddisfazione che indossare una maglietta tecnica ricevuta col pacco gara di una vera corsa e che i runner che le indossano si distinguono da tutti gli altri, i tapascioni (categoria di cui fai parte da oltre 5 anni) per la fierezza con cui la indossano.
In un’ora di allenamento sul lungomare Misano Riccione Misano ti hanno superato nell’ordine: 3 magliette color stradino della Deejay Ten, 7 Roma-Ostia, una Boston Marathon, 4 StraRiccione, 1 StraMilano (quella gialla da formaggio grana che c’hai anche tu), 1 Munchen-Berlin (ma quanti chilometri sono???)… e altre magliette che per la velocità del passo (il loro) non sei riuscita a decifrare, ma che visto come tarellavano dovevano venire sicuramente da qualche pacco gara per runner fighi.
E mentre ti chiederai che cosa ci fai tu, sul lungomare Misano Riccione, con le scarpe da running e il gonnellino nero da corsa, un audiocoach nelle orecchie e un programma al limite del ragionevole, tra tutti quei corridori seri e senza un filo di grasso, in un’assolata mattina d’agosto, tutto il resto del mondo starà facendo colazione e dai bar uscirà il profumo dei bomboloni alla crema e tu finirai il tuo programma e tornerai in hotel con la salivazione a 1000 per l’acquolina. E quando la sera prima di cena, mentre sarai al 12esimo km di bici e verrai superata da un runner lanciato a 3.30min/km, con addosso una maglia stra-tecnica coi colori dell’Italia che da come corre non l’ha certo comprata in un negozio di articoli sportivi ma se l’è minimo guadagnata in qualche campionato assoluto di corsa, ti chiederai: ‘Ecco, ha senso continuare?’
Ma stringerai i denti e farai finta di nulla, raggiungerai l’hotel col proposito di continuare la tua dieta e, con un po’ di aiuto, quel giorno e tutti gli altri che seguiranno a tavola riuscirai a rispettare anche la regola dei Terzi (1 terzo di Carboidrati, 1 terzo di Proteine e 1 terzo di Grassi, quelli buoni), se Daniel Fontana e Elena Casiraghi saranno con te (metaforicamente) in spiaggia, la mattina quando correrai e in sala da pranzo quando mangerai e ogni volta che ti verrà voglia di sgarrare.
In bici no, in bici ci saranno tutti i tuoi fidanzati immaginari: Antonacci, Jovanotti, Renga… È meglio!

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[Incontri che rimarranno per sempre]

Una mattina ti svegli e, mentre stai per iniziare a correre al meglio delle tue possibilità, sorpresa e compiaciuta del cielo terso che ritrovi a casa nonostante le previsioni, noti x caso sulla tua tenuta da running alcune macchiettine simili a schizzi di acqua che non si asciugano. E ricorderai improvvisamente il runner incrociato la mattina prima sul lungomare che dall’Hotel Savoia porta a Riccione mentre facevi l’ultima sgambata prima di tornare a casa.
Faceva caldo e lui correva e sbuffava come un treno, indossando una strana maglia pelosa naturale e schizzando gocce di sudore dal naso, dalle orecchie e dai gomiti. Mentre ti veniva incontro l’avevi osservato con attenzione, indugiando un attimo x decidere se cambiare marciapiedi o far finta di nulla alzando la mano in segno di saluto come si fa di solito. E, quando ormai era troppo tardi, sperando che quel liquido freddognolo che ti stava arrivando addosso a tradimento fosse acqua e non sudore. Ma era freddo ed eri stata costretta ad ammettere: è proprio sudore, mannaggia!
Hai fatto finta di niente e hai proseguito la tua corsa distogliendo il pensiero. In fondo c’è di peggio: avresti potuto corrergli sotto vento x alcuni metri e allora non avresti riso neanche un po’.
E adesso, mentre stai per iniziare a correre sotto il cielo terso di casa, con quella giusta nostalgia x il mare e le amiche che hai lasciato al Savoia, realizzerai che la tua divisa da running bagnata dal sudore a spruzzo del runner ingorillato era l’ultima cosa che avresti desiderato al mondo, ma tant’è. Smettila, ti dici. Il popolo del running non può essere così schizzinoso. E non puoi tornare a casa a cambiarti, ormai. Ti tocca correre, ancora una volta distogliendo il pensiero.
Buona corsa, runner!

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