Diversamente programmati

[oggi ho imparato che] Una sera x caso ad un aperitivo tra amiche, dopo essere state avvicinate da un tipo che aveva voglia di chiacchierare, dopo 12 minuti (dodici!) surreali passati ad ascoltare senza capire, guardandovi negli occhi, col linguaggio segreto delle gru (citazione dotta), realizzerete all’unisono che sono poche le donne programmate per il livello di astrazione di un programmatore informatico nerd anche se carino da confondersi con un hipster, e che nel vostro gruppo non ce n’è nessuna. #atuttoceunlimite 

  

[La penna rossa più veloce del West]

[Oggi ho imparato che] 
Un giorno per caso mentre sei sulla Verde che da Gessate porta in Stazione Centrale, ti guardi in giro e vedendo una coppietta di hipster che amoreggia senza tregua (la mattina presto???), realizzerai che ci sono donne che quando finirà la moda della barba lunga scopriranno di essersi messe insieme a dei mostri. E non potranno più dire: ‘mi sono innamorata di lui per le sue calze da dalmata, i risvoltini ai pantaloni e la batba da pashtun’. No, non potranno più. E tu sai che quando arriverà quel momento e loro guarderanno quel nerd sbarbato come se fosse la prima volta, ti verrà voglia di abbracciarle e dirgli che ‘va tutto bene…va tutto bene. La moda è ciclica. Tranquilla’
Una giorno per caso mentre sei sulla verde che da Gessate porta in Stazione Centrale, mentre ti guardi in giro noti una prof di filosofia (con quella faccia può solo essere di filosofia) che corregge dei compiti in classe con la penna rossa e tanto tanto odio. E realizzerai che sei davvero tanto (tanto) felice di essere uscita dal tunnel dei compiti in classe e che oggi vorresti tanto abbracciare il ragazzetto che si è appena preso 2 (due!!!) e dirgli: ‘tranquillo, Jung non se la prenderà se tu non capisci nulla di quello su cui lui ha passato tutta la vita a ragionare. Jung è morto. E tu sei solo incappato nella Penna Rossa più veloce del West. Ma non sarà per sempre.’ 

[L’incanto di essere hipster]

Un giorno per caso ti svegli, ti lavi, ti vesti ed esci di casa di corsa che sei in ritardo e, mentre sei sulla pensilina della metropolitana che da Gessate porta in centro, noti un tizio coi baffi a manubrio e la barba da pashtun vestito strano, coi pantaloni arrotolati e un Borsalino troppo calato sulla fronte, che parla al telefono mettendo la mano davanti alla bocca.
La prima cosa a cui penserai dopo averlo squadrato per benino, dall’alto in basso e dal basso in alto, sarà che, per quanto ne sai, potrebbe benissimo essere una spia del Mossad che sta dettando messaggi in codice a qualcuno dall’altra parte del mondo. O semplicemente un tizio con i baffi posticci che se tira un po’ di vento gli partono e ci rimane male come un picchio a cui hanno tolto il tronco e non sa più che senso ha la sua vita e che, di conseguenza, cerca di proteggerseli tenendo la manina ben piantata vicino ai suoi amati gioielli di pelo per impedire che prendano il volo all’arrivo della metro.
In ogni caso, i baffi che paiono finti, i pantaloni corti col risvoltino alla caviglia e il Borsalino troppo calato in testa non si possono guardare. No, davvero.
E realizzerai che la vita è ingiusta: se il tizio con i pantaloni arrotolati alle caviglie e i baffi a manubrio fosse nato negli anni ‘ 70 avrebbe avuto vita dura: sberleffi, coppini, frontini e pure qualche spintone sarebbero stati all’ordine del giorno dai i suoi coetanei. Ovviamente lui non lo sa, che oggi deve tutto (donne e riconoscimento sociale, nonchè la sua presunta figaggine) ad un film cult, La rivincita dei Nerd’. Ma noi nati negli anni 70 non glielo diremo. Perchè rompere l’incanto?

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[cose pelose da #hipster]

Un giorno x caso ti svegli e surfando tra siti, blog e social alla ricerca del regalo perfetto vieni colpita da due immagini abbastanza insolite: un hipster con la barba talmente lunga da riuscire a farsi un bel papillon sotto il mento coi propri peli e una citybag di Zara decisamente troppo troppo pelosa.
E realizzerai che non c’è niente da fare, ma quelle che fanno la guerra ai peli tu le stimi molto. Davvero!

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[Cocktail, hamburger e tacchi a spillo]

Se una sera per caso ad un aperitivo tra amiche in zona Tortona, mentre stai aspettando che arrivi il tuo cocktail ti guardi intorno e passi in rassegna tutti gli uomini fermi al bancone, realizzerai definitivamente che il confine tra barba lunga da hipster in coda per un aperitivo e barba lunga da barbone in coda alla Caritas è sottilissimo. E ti chiederai: why? pourquoi? Perché? Perchèeee?

Se una sera x caso al termine di un aperitivo tra donne decidete di concedervi l’hamburger di piccole dimensioni più buono del mondo, ti viene in mente il locale nel quale eri stata mesi prima ma di cui non ricordi il nome e tiri fuori l’iphone per cercarlo su Internet, se dopo pochi istanti google ti dice che il locale che cercavi era Hambistro ed era proprio così, la prima cosa che ti chiederai sarà: ‘ma google, che appena digiti tre lettere sa già cosa vuoi cercare, ha poteri soprannaturali o è il più grande stalker del mondo?’

Se una sera per caso mentre stai mangiando un fantastico hamburger con le tue amiche in via Savona, la conversazione cade sul desiderio delle donne di avere qualcuno che le capisca, non potrai che applaudire chi finalmente confessa che lei non è di un uomo che ha bisogno. Lei ha bisogno di un paio di scarpe nuove perchè ‘Le scarpe nuove ti capiscono sempre, anche quando diventano vecchie’. E ti segnerai che per il suo compleanno le regalerai sicuramente la trilogia di Bea Buozzi, Il Club dei Tacchi a Spillo: #mattapermanolo #tuttechooperterra #lavitaeunaloboumeravigliosa20140801-195306.jpg

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