Lo shopping è meglio

– Un giorno per caso ti svegli e mentre fai colazione con la tv accesa ti ritrovi a guardare ipnotizzata un documentario sui ragni. Se scopri che la femmina della mantide religiosa decapita il maschio durante l’accoppiamento e se lo mangia senza tanti complimenti, realizzerai che in fondo farti accompagnare in centro a Bergamo per comprare un vestito e un paio di scarpe (anche se questo significa camminare senza sosta per ore) non può essere così terribile.

E la smetterai di sentirti in colpa.

Se poi scopri che esiste un account Instagram dedicato agli uomini che seguono ‘miseri’ (e mesti) le proprie donne mentre fanno shopping, be’, come non portarti dietro l’inseparabile smartphone allo scopo di scattare qualche foto qua e là?

Donne con un unico pensiero fisso

Se una sera per caso, mentre aspetti una tua amica nel parcheggio del ristorante dove vi siete date appuntamento, noti uno splendido cinquantacinquenne seduto sul sedile del passeggero di un SUV Mercedes con la portiera aperta mentre parla con una tizia fighissima in piedi davanti a lui; se lui assomiglia in modo imbarazzante ad uno degli attori di Sex a d the City terza serie e lei ha un fisico da urlo, la prima cosa che penserai è che lei… ha proprio delle belle scarpe. 

Le scarpe della capsule di Zara per ballerine mancate

Oggi ho imparato che… 

Una sera per caso mentre controlli gli ultimi arrivi sull’App di Zara, realizzerai che la Primavera è quel particolare momento dell’anno in cui le grandi marche di fast fashion lanciano sul mercato la loro capsule estiva proponendo vere ballerine (scarpe flat che più flat non si può) a punta quadrata con i nastri alla caviglia che faranno sembrare il 99 per cento delle donne adulte che le indosserà tutto fuorché delle leggiadre ballerine. 

E tu, che da piccola avresti tanto tanto voluto fare la ballerina, ma solo per quelle scarpette rosa col nastrino alla caviglia che ti avrebbero fatto sembrare comunque di tutto fuorché una leggiadra ballerina, passerai tutta la sera tormentandoti con una domanda:‘Che faccio, me le compro anche se non ho più 6 anni? ‘

Alla ricerca di Dory (o di Nemo)

Un giorno per caso ti svegli e realizzi che puoi anche avere un ripostiglio pieno di scarpe, che puoi anche andare a cercarti i modelli più particolari per sentirti più trendy, ma se indossi un paio di stivaletti neri col tacco in plexiglass trasparente e incroci un bambino, la prima cosa che ti chiederà è come mai nel tacco si sono dimenticati di mettere il pesciolino colorato. E tu realizzerai in quel momento che il re (o la regina) è nudo. 

Punto. 

10 cose che ho imparato durante l’anteprima del film ‘Qualcosa di nuovo’

Oggi ho imparato che…

Se una sera per caso vieni invitata all’anteprima del film “Qualcosa di nuovo” di Cristina Comencini, e hai la fortuna di assistere dal vivo all’intervista alla regista e alle due interpreti principali, Micaela Ramazzotti e Paola Cortellesi, non potrai fare a meno di realizzare che il cinema è veramente una questione di chimica, un miscuglio magico di linguaggi, di sassolini caduti per caso dalla scarpa, di espressioni nuove, di emozioni e di tanto altro.

Ecco una bella carrellata di cose imparate:

REGOLA #1: Quando vai a vedere un film in anteprima, scordati di poter anche solo lontanamente tenere il cellulare in mano.
Se mai ti venisse voglia di fare una foto allo schermo mentre passano alcune scene del film, o alle attrici mentre vengono intervistate, o ti venisse voglia di scriverti una frase del film particolarmente divertente o ispirata, sappi che ci sono i cecchini dell’antipirateria sparsi per la sala che potrebbero immediatamente sparare una granaiuola di pallini col fucile sul tuo smartphone, interrompendo qualsiasi comunicazione tua col resto del mondo fino alla fine dell’Universo. Questo è quanto ci hanno fatto capire all’ingresso del teatro di Radio Italia prima della proiezione del film. E’ evidente che gli addetti dell’antipirateria non avessero in mano un fucile a pallini, ma l’immagine è abbastanza eloquente del mood.

Da quando ci si siede sulle poltrone, il telefono va spento. Punto.

(E a scanso di equivoci, le foto che ci sono non le ho rubate durante l’anteprima, ma le ho screenshottate on line dal trailer. Ma sempre col mio smartphone. Tié.)

REGOLA #2: Se vedi un buffet imbandito per l’aperitivo e gli ospiti sono tutti nei paraggi a gruppetti, è inutile che ti fiondi verso il cameriere per farti dare qualcosa da bene. Se non c’è nessuno al buffet, è evidente che non l’hanno ancora aperto. E dovresti saperlo visto che hai sempre organizzato eventi e sai che finché non viene dato il via ai camerieri, loro non servono niente. Non è che quando diventi un’ospite le regole cambiano.
Comunque alla fine hanno aperto e mi sono cibata.

REGOLA #3: Quando assisti ad un’intervista cerca di imparare i nuovi linguaggi. Potrai sempre riutilizzarli in futuro.
Se durante l’intervista ad un certo punto si sente un lamento simile ad un miagolio e per un attimo tutti si guardano intorno alla ricerca dell’animale, e dopo un attimo si sente un altro miagolio e un altro ancora e poi si scopre che sono gli sgabelli girevoli del teatro su cui sono sedute intervistate e intervistatore (Patrick di Radio Italia, quello con due lauree), non potrete fare a meno di ridere quando anche loro cominceranno a ridere.
E scoprirai che gli attori hanno un linguaggio tutto loro, quasi poetico, ma molto particolare. Infatti non dicono “che ridere”, ma dicono “mi hai fatto un regalo”. E questa cosa ti piacerà un sacco e, d’ora in avanti, quando ti capiterà lo dirai anche tu. Ma solo per vedere l’effetto che fa.

REGOLA #4: Hanno tutti il diritto di indossare delle scarpe comode, soprattutto se anche tu ti presenti a teatro con le scarpe col tacco e le ballerine in borsa.
Quando assisti dal vivo ad un’intervista cerca di non fare facce guardando le scarpe delle persone intervistate: né di approvazione se ti piacciono molto, né di disapprovazione se non ti piacciono, né di disgusto se ti fanno orrore. Ricordati che magari queste persone sono alla 7° intervista in un giorno, alla terza proiezione del film in meno di 8 ore, alla 14a location diversa, al quinto taxi. E di mettere delle stilosissime stiletto tacco 12 non gli passava neanche per l’anticamera del cervello.

REGOLA #5: Quando prendi in mano una scarpa da uomo 47, se ti viene l’istinto di infilarci il naso dentro e sentire se puzza, sappi questa cosa è un gesto istintivo che potrebbe quasi essere considerato arte.  Anzi, diciamo che lo è. Punto.
E te ne renderai conto quando scoprirai che la scena in cui Micaela Ramazzotti prende in mano la scarpa di Eduardo Valdarnini non era stata scritta così, che lei avrebbe dovuto solo prendere in mano la scarpa da uomo numero 47, ma che durante le riprese, quando l’aveva avuta in mano non aveva potuto fare a meno di annusarla. E se quella scena è diventata così irresistibile, realizzerai che la grandezza di un regista e di un interprete sta nel rendere vero un personaggio e che questa cosa l’avevi imparata tanti anni prima studiando un grande del teatro, Eduardo de Filippo (non è una coincidenza sincronica che Valdarnini, il proprietario della scarpa che prende in mano la Ramazzotti e De Filippo si chiamino nello stesso modo?), che aveva trasformato una scena semplice come quella in cui si doveva togliere una scarpa e appoggiarla per terra in un capolavoro. Eduardo (De Filippo) quando si era tolto la scarpa alla prima di Natale in Casa Cupiello aveva scoperto che c’era dentro un sassolino  e che cadendo aveva prodotto un rumore lieve lieve che dava un tempo di sospensione molto reale; allora la sera dopo aveva rimesso il sassolino nella scarpa e lo aveva fatto cadere di nuovo, ma non era sufficiente; la sera dopo aveva riprovato con due sassolini e la terza sera con tre sassolini ed era stato perfetto. E da quella sera la scena era andata così, con tre sassolini, ed era diventata un capolavoro.
Per farla breve, realizzerai che se una scarpa può diventare così determinante e piena di ricordi, quando prenderai in mano le scarpe puzzolenti di tuo figlio per metterle nella scarpiera, e vorresti non doverlo fare, puoi chiudere gli occhi (e le narici) e far finta di essere dentro un film della Comencini o in una commedia del grande Eduardo.

REGOLA #6: Una donna saprebbe come far innamorare una donna (e anche senza essere omosessuale). Ma spesso quando si tratta di far innamorare un uomo, alcune fanno un gran casino. Lo dimostra il film ‘Qualcosa di nuovo”, dove due amiche quarantenni spiegano a un giovane come si deve comportare per conquistare una donna, renderla felice e farla innamorare. Poi ovviamente lui farà di più. E anche loro. Ma evitiamo spoiler.

REGOLA #7: Se le foto le fanno quelli che sanno fare le foto, un motivo c’è.
Se al termine del film, quando finalmente riaccendi smartphone appena ti sei accertata che quelli dell’antipirateria non ci sono più, e decidi di farti fare una foto davanti alla locandina del film, e dai il cellulare alla tua amica che è appassionata di fotografia, lo scatto che ti regalerà sarà uno dei migliori dell’anno: ti fa sembrare più magra, più giovane e più simpatica. Vabbè, magari quello no, ma stai molto bene e puoi anche far finta di essere più simpatica.

REGOLA #8: E’ importante conoscere che “giornata mondiale” è.
Se vai a vedere un film il giorno della Giornata del Sorriso e il film è così delizioso da farti uscire con un bel sorriso, be’ potrai dire di aver onorato la giornata e starai così bene che deciderai di andare a fare la tua lezione di prova di yoga della risata. Così, per mantenere l’effetto.

REGOLA #9 – La critica dei film è meglio lasciarla fare a chi fa critica.
La cosa migliore quando non si è un critico cinematografico è dire se il film ti è piaciuto o non ti è piaciuto: questo è sicuramente quello che interessa di più a registi e attori. E sì, il film della Comencini ‘Qualcosa di nuovo’ mi è piaciuto molto. E lo rivedrei.

E per finire…

REGOLA #10 – Non c’è sempre una regola numero 10, quindi se devi per forza scrivere un post con 10 regole è bene che te le prepari prima. Magari infilandone una jolly. Tanto nessuno se ne accorge.

… e poi ci sono le foto screenshottate.

La 35326 legge di Murphy e il Ponte degli Artisti

Un giorno per caso mentre sei seduta nella sala dove si sta tenendo la proiezione in anteprima dei cartoni animati Turner che vedremo in TV sui canali Boing, Cartoonito e Boys e ovunque nel 2017, ripensando al tuo viaggio in metropolitana, realizzerai che quando pensavi di aver visto e provato tutto (o per lo meno moltissimo) non avevi ancora percorso da Porta Genova a via Tortona passando per via Savona a piedi sotto il sole cocente e la temperatura dell’asfalto vicino ai 60 gradi centigradi che i tacchi ci affondano dentro urlando ‘Pietà’. La 35.326 legge di Murphy infatti dice che se decidi di andare all’evento ‘Turner- Heroes on the Block’ in via Tortona indossando i tacchi alti, quel giorno il Ponte degli Artisti sarà chiuso, dovrai circumnavigare il mondo e arriverai all’evento grondando sudore e sangue.

(Io giuro che i tacchi bassi me li ero portati, ma erano in borsa!)

((Comunque durante il welcome cocktail ho assaggiato delle caramelle lampone e zenzero che sono diventate le mie preferite. E mi è passato tutto))

(((Il tizio fighissimo che mi sedeva accanto durante la proiezione la pensava esattamente come me, perché non ha fatto altro che guardare le mie caramelle. Poi sono finite e non mi ha più guardato)))

((((La clip del cartone animato su una famiglia di Orsi social mi ha fatto morire: mi sono subito immedesimata negli orsi che postano tutto quello che gli succede sui social ed è diventato subito il mio cartoon preferito di sempre. Altro che Winnie the Pooh!))))

(((((Ho letteralmente sbavato davanti al vestito Moschino coi personaggi dei cartoon. Per non parlare della borsettina che mi regalerò sicuramente a Natale. Ma il must have è sicuramente la t-shirt che indossava la vice-president durante il suo appassionato intervento: la voglio e già mi vedo mentre la indosso con pantalone in pelle nero e scarpe col tacco assassino.)))))

(((((Alla fine sono tornata a casa con il braccialetto di Ben10 che si abbina da dio a un paio di Sergio Rossi, che la Ferragni mi farà un baffo, tié)))))

(((((((Secondo me Vomito e Gelone apprezzerebbero))))))

[uomini in uniforme che fanno squadra]

Un giorno per caso mentre sei in metropolitana, stai andando ad un convegno e combatti per non crollare sotto il peso di una notte insonne, seduta accanto a due bimbiminkia alle prese con le prove per gli esami di Maturità, dopo averne sentito i discorsi surreali per 11 fermate (undici?!), realizzerai che Leopardi sarà pure stato uno sfigato, ma almeno lui è riuscito a mettere in versi il disagio domenicale senza usare neanche una volta le parole “Divano” ”Wifi” e ‘ca@@o-fi@a’ . 

E ti chiederai: tra 150 anni i loro bisnipoti cosa studieranno, Emiskilla?

Un giorno per caso mentre sei ad un convegno in centro e combatti per non crollare sotto il peso di una notte insonne, guardandoti intorno e notando che gli uomini sono tutto in abito blu e scarpa stringata nera comprenderai finalmente il motivo per cui il mondo del lavoro proporrà sempre modelli maschili e  le donne manager malgrado tutti i proclami e gli sforzi non riusciranno  mai a fare squadra: perché questo implicherebbe indossare tutte lo stesso vestito e le stesse scarpe contemporaneamente. E non si può. No. Proprio non si può.

[Se deve essere eroica, che sia]

Se una domenica mattina per caso ti alzi presto e decidi di andare a fare una tapasciata di 13K su e giù per i colli bergamaschi con la tua compagna di corsa e il tempo è incerto, sappi che se lasci il k-way sul divano di casa e dopo 5K inizia a piovere che dio la manda, ti bagnerai parecchio. Non c’è nessun dubbio che ti bagnerai. Maledirai il momento in cui hai deciso di non tornare indietro a prenderlo, ma mai desiderai essere una di quelle con l’ombrellino e lo zainetto in tinta che superi correndo.
Se deve essere eroica, che sia!
Tanto non può piovere per sempre!

Se una domenica mattina per caso ti ritrovi su e giù per i colli bergamaschi nel bel mezzo di una tapasciata, in una salita pazzesca che neanche le capre vogliono fare (tanto è vero che le incrocerai poco dopo a valle col pastore), e vieni superata da una runner dal passo corto ma veloce, non salutarla ‘buongiorno signora’ perché potresti accorgerti che ha la barba. E a quel punto potresti essere assalita dal dubbio che quella cosa non umana che ti supera correndo nella salita peggiore che tu abbia mai affrontato non sia una donna brutta, ma un uomo bruttissimo!

Se una domenica mattina per caso mentre sei nel bel mezzo della tapasciata di Mapello la tua amica ti racconta che il giorno prima al Parco della Trucca aveva notato un tizio camminare con un paio di sandali col plateau, realizzerete che è troppo facile fare un giro del parco sui tacchi quando si perde una scommessa. Se proprio proprio devono fare qualcosa tipicamente da donna, doloroso e imbarazzante, si facessero la ceretta e poi ne riparliamo!

Se una domenica mattina per caso vai a fare una tapasciata e sei in un punto in chi continui a vedere persone scivolare e cadere nel fango e incroci una tizia sdraiata vicino a un cespuglio alla fine di una scarpata con la caviglia rotta in attesa dei soccorsi, ricorderai finalmente il motivo per cui ti piaceva tanto correre in pista o su strada. Tanto più se pochi metri dopo, per non scivolare e farti male, finirai con il piede immerso fino alla caviglia dentro una pozza di fango e ricomincerai a correre con la scarpa sinistra che pesa 1 chilo in più. La prossima volta, quando leggerai ’40 per cento del percorso su vecchie mulattiere abbandonate’ saprai cosa significa: che nemmeno i muli le vogliono più fare, mannaggia!

Se una domenica mattina per caso, al termine della tapasciata, col sacchetto del Riconoscimento in mano (fusilli, aranciata e cioccolato fondente), guardi le tue scarpe Mizuno Wave Ultima4 piene di fango da fare schifo, realizzerai che, non ce n’è, ma se vuoi salire sull’aereo per Berlino sarai costretta a metterle in lavatrice appena arrivata a casa. Ma purtroppo non avrai mai il tempo di asciugarle e ti toccherà girare con le scarpe da running bagnate per tutto il tuo soggiorno germanico. Ecco! Speriamo solo che non schiumino!
E che la tua amica ora non si lamenti troppo se le sporcherai i tappetini della macchina.

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[Sulle scarpe da Limousine]

Una sera per caso a cena con le amiche, dopo un’ora di batti e ribatti tra single e accoppiate sulla diversa interpretazione delle stagioni dell’amore, realizzerai che tu fai parte di quella categoria di donne per cui con ottobre inizia il periodo in cui l’uomo viene visto non più come ‘amore’, ‘compagno’ o ‘anima gemella’ ma semplicemente come ‘LO SCALDAPIEDI’. E tu, di contro, come ‘il piede più ghiacciato del mondo’. E ripensando alla tua battuta classica ‘Sono morta da 10 ore e nessuno se n’è ancora accorto’, sorriderai.

Una sera per caso a cena con le amiche, dopo aver maledetto il paio di scarpe da Limousine di Sergio Rossi, che stai indossando dalla mattina fingendo che non fanno male, ‘basta solo camminare piano’, dopo aver consultato google map e sentito il polso radiale alla caviglia, realizzerai che hai parcheggiato troppo lontano per riuscire ad arrivare alla macchina senza piangere, e chiamerai un taxi.
Va bene tutto, ma non devi mica morirci sul tacco 11.

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[Inspirare, aspirare, espirare e… spirare]

Un giorno x caso ti svegli e scopri che l’App con la quale ti alleni quando conduci delle serie attività di sport (RunKeeper) ti sta tirando per la giacchetta perché sono più di 4 giorni che non esci né per una corsa, né per una camminata, né per una pedalata e l’APP ad essa collegata (MyFitnessPal) è arrivata all’insulto perché se non consumi calorie con attività fisica non riuscirai MAI a rispettare il programma di dimagrimento che hai selezionato in vista del matrimonio di tuo fratello previsto fra meno di 10 giorni.

Così la sera, uscita dall’ufficio, arrivi a casa, ti infili il gonnellino da corsa, un top Nike e le tue inseparabili Mizuno e vai alla Trucca armata di iphone e cuffiette per una corsetta.

Parti con i soliti 500 metri di camminata seguendo il ritmo dell’audio coach RRR e in men che non si dica ti ritrovi a correre in senso orario (anche se sai che i veri runner affrontano gli anelli in senso antiorario) e a gioire per un attimo di avere sì un raffreddore pazzesco che ti impedisce di respirare col naso, ma che questo non ti impedisce di correre i tuoi 5K abituali nel posto dove puoi correre tranquilla.

Gioire DAVVERO per un attimo, perché scoprirai che alla Trucca, parco cittadino costruito su un acquitrino, dotato non a caso di un laghetto artificiale dal quale soffia una fontana che neanche le Jet d’Eau di Ginevra soffia così (o così almeno ci piace pensare), in estate è popolato di zanzare e moscerini grossi come passeri.

E scoprirai che alla Trucca, mentre corri con il raffreddore, la respirazione con la bocca, invece della classica sequenza inspiro-espiro, sarà:

1. inspiro (aria)

2. aspiro (2578478 zanzare)

3. espiro (zanzare e sangue)

e…

4. spiro soffocata!

Tutto questo in sequenza. Fino alla fine del mondo.

Ps. E non ditevi che così avete fatto due cose in una, perché mangiare zanzare grosse come passeri mentre si corre non vale come porzione di proteine. No, non vale!

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