Un giorno per caso ti svegli ed è già mercoledì. La prima settimana di lavoro sta scollinando e tu apri l’armadio sollevata: oggi non ti senti proprio una sirena e rinunci alla gonna con il davanti dorato che in pochi hanno capito, ma visto che c’è un raggio di sole decidi di indossare un vestitino in maglia lavorata azzurro e argento di Liu Jo da abbinare alle meravigliose scarpe blu elettrico di Sergio Rossi che fanno risaltare l’abbronzatura e non fanno notare a nessuno (speri) i chili di troppo guadagnati in 2 settimane di Cesarina.
Ti guardi allo specchio e pensi: “Oddio, ma sembro un’orata!”
La tua voglia di mare sembra non abbandonarti, ma non puoi farci nulla. Almeno non nell’immediato.
Ti vesti, ti trucchi ed esci di casa.
E speri che nessuno faccia battute sul… pesce!
Categoria: (sulle) Scarpe
[Vittime dell’opus incertum]
Se una mattina per caso hai un appuntamento in centro e vuoi arrivare sistemata x bene, ti provi un paio di scarpe e ti accorgi che c’è un tacchetto con il chiodo di fuori e le metti da parte per portarle dal calzolaio; così ne tiri fuori un altro paio e anche queste hanno un tacchetto con il chiodino in vista, e le metti da parte per portare anche queste dal calzolaio; allora ne tiri fuori un altro paio e un altro ancora e ti accorgi che, per un motivo o per l’altro, i chiodi del tacco a spillo picchiano sul pavimento. E così, dopo aver messo in un sacco tutte le tue scarpe coi tacchetti consumati per portarle dal calzolaio, maledirai il giorno in cui ti eri esaltata tanto davanti al progetto del condominio in cui saresti andata ad abitare (e dove abiti tutt’ora) e avevi detto che in fondo anche se il selciato che dalla tua scala va in portineria (100 metri) era di ‘opus incertum’ e non di cemento, andava bene lo stesso.
Ecco, ora lo sai: l’opus incertum rovina i tacchi a spillo. E se sono molto a spillo, li rovina molto molto. E tu hai molte scarpe col tacco a spillo. Molte. Mannaggia!
Nella prossima vita, se qualcuno ti dirà che stai per comprare un appartamento immerso in un parco di piante secolari, con il selciato di opus incertum, gli sputerai e non lo comprerai più.
[Cocktail, hamburger e tacchi a spillo]
Se una sera per caso ad un aperitivo tra amiche in zona Tortona, mentre stai aspettando che arrivi il tuo cocktail ti guardi intorno e passi in rassegna tutti gli uomini fermi al bancone, realizzerai definitivamente che il confine tra barba lunga da hipster in coda per un aperitivo e barba lunga da barbone in coda alla Caritas è sottilissimo. E ti chiederai: why? pourquoi? Perché? Perchèeee?
Se una sera x caso al termine di un aperitivo tra donne decidete di concedervi l’hamburger di piccole dimensioni più buono del mondo, ti viene in mente il locale nel quale eri stata mesi prima ma di cui non ricordi il nome e tiri fuori l’iphone per cercarlo su Internet, se dopo pochi istanti google ti dice che il locale che cercavi era Hambistro ed era proprio così, la prima cosa che ti chiederai sarà: ‘ma google, che appena digiti tre lettere sa già cosa vuoi cercare, ha poteri soprannaturali o è il più grande stalker del mondo?’
Se una sera per caso mentre stai mangiando un fantastico hamburger con le tue amiche in via Savona, la conversazione cade sul desiderio delle donne di avere qualcuno che le capisca, non potrai che applaudire chi finalmente confessa che lei non è di un uomo che ha bisogno. Lei ha bisogno di un paio di scarpe nuove perchè ‘Le scarpe nuove ti capiscono sempre, anche quando diventano vecchie’. E ti segnerai che per il suo compleanno le regalerai sicuramente la trilogia di Bea Buozzi, Il Club dei Tacchi a Spillo: #mattapermanolo #tuttechooperterra #lavitaeunaloboumeravigliosa
[La pioggia e l’irrefrenabile voglia]
Se una domenica mattina per caso, prima di andare all’arrivo della Triami ad applaudire la tua compagna di corsa impegnata nel suo primo Triathlon Olimpico milanese, decidi di fermarti a fare colazione nella pasticceria migliore dell’Isola Bergamasca, Il Melograno, mentre ascolti i discorsi delle due donne abbronzate e visibilmente tatuate sedute accanto a te disquisire amabilmente di eleganza, realizzerai che non saprai mai se di questi tempi sia peggio uscire di casa senza ombrello per andare a Milano quando basta un niente per ritrovarti nel mezzo di un acquazzone coi fiocchi, ascoltare due tizie sinceramente convinte che le Superga argento con 4 cm di platform siano le scarpe più eleganti del mondo e che vadano bene per un matrimonio a luglio specie se piove… o guardare il cielo e sentire una voglia irrefrenabile di andare a comprarti un paio di Gucci con la zeppa e il plateau alte almeno 15 cm pur sapendo che non avrai mai il coraggio di indossarle in pubblico ma, visto che potrebbe piovere, almeno non ti bagnerai i piedi zampettando nelle pozzanghere dell’Arena all’arrivo della tua amica e dei suoi compagni di squadra. #donnechicchefannoiltifo
Se una domenica mattina per caso ti svegli e decidi di andare a fare colazione in pasticceria, prima di metterti in viaggio verso Milano e andare a salutare la tua amica e i suoi compagni di squadra all’arrivo della Triami, mentre sei seduta da sola al tavolino, aspettando cappuccino e brioche e ascoltando la radio con una rivista in mano, al terzo (!!!) stacco pubblicitario realizzerai che in estate ci sono spot davvero brutti. Ma brutti brutti brutti. E ripensando a quelli peggiori ascoltati negli ultimi anni, realizzerai che dopo il claim «Cerulisina stappati stappati tu, uù, uù…», i pubblicitari devono aver pensato che ormai valga davvero tutto!
E ti verrà una voglia irrefrenabile di chiedere: “Ma perchè?”
Se una domenica mattina per caso mentre sei in pasticceria a far colazione, sfogliando una rivista di qualche mese prima leggi di una ricerca che rivela come nella valigia di una donna ci siano in media 24 oggetti che non userà mai durante il viaggio, ti chiederai se la ricerca è stata fatta prima della decisione storica di Ryanair di consentire l’imbarco di più di un bagaglio a mano. Perché una donna che viaggiava con Ryanair fino a qualche mese fa avrebbe indossato anche i manici e le rotelline del trolley se avesse potuto! Oggi invece può salire finalmente con la borsetta al braccio e non deve più schiacciarla dentro la valigia infilandosi il contenuto in tasca o dentro i pantaloni.
E ripensando al tuo ultimo viaggio di ritorno da Berlino, ti verrà una voglia irrefrenabile di chiedere se non l’abbiano fatto per non dover rimettere i sacchettini per chi soffre il mal d’aria. Perché prima o poi ci infilerai la testa, lo sai.
E sorpresa delle irrefrenabili voglie di scarpe, pubblicità carine e viaggi in aereo con il sacchettino infilato nella tasca davanti alla poltroncina dell’aereo, ti chiederai se tutto queste riflessioni sparse non siano tutta colpa del calo di zuccheri?
[Non c’è gnaggnera che tenga!]
Un giorno x caso ti svegli con la gnaggnera e una fortissima voglia di cambiare look ma non sai come. Cerchi su internet una pettinatura che ti piaccia e ne selezioni una decina. Ma alla fine noti quelle che hai scelto sono identiche alla tua e per tanto realizzi che il look non c’entra nulla perché la verità è che avresti solo bisogno di una dose extra di endorfine per farti passare la gnaggnera.
E quindi ti tranquillizzi. Non c’è alcun bisogno di far impazzire la tua amica parrucchiera: finalmente sai che è tutta colpa della ‘droga’ del Runner. Basterebbe una corsetta di mezz’ora, mannaggia, x farti passare tutto. Ma visto che hai già corso la sera prima e non sei ancora abbastanza allenata, devi far riposare le gambe.
Entrerai nel tuo ‘ripostiglio magico’ e tirerai fuori due scatole a caso: dovrai decidere di affidare le sorti della tua serata a un paio di decolletes fucsia o a un paio di sandali bianchi con tacco gioiello entrambi di Cesare Paciotti… E ti tornerà il sorriso. Contro un paio di scarpe non c’è gnaggnera che tenga!
Un giorno x caso, mentre perdi tempo su FB, noti con immenso gaudio e discreta sorpresa che nei 6 quadratini della Tab degli amici sulla tua pagina ci sono le 6 persone cui tieni di più e che ti fa più piacere vedere. Ma se poi x caso vai a controllare la loro tab e nei 6 quadratini tu non ci sei mai (ma proprio mai), ci puoi solo rimanere male. Molto male.
Se un giorno x caso ti svegli e realizzi che se mai dovesse succedere di uscire di casa e inciampare su una vecchia lampada a petrolio che immediatamente dopo si trasforma in un genio dalle fattezze di figo spaziale (spallato q.b., tartarugato q.b., tatuato q.b.) che si mette a tua completa disposizione x rispondere a 3 (tre) domande fondamentali x il futuro della tua vita e dell’umanità, la prima cosa che desidererai chiedergli sarà: ‘qual è la ratio dell’algoritmo di Facebook x cui sulla tua tab degli amici appaiono quelle sei persone e non altre’. La seconda sarà: ‘perchè io non appaio sulle loro tab… MAI’. E la terza: ‘Com’è che sei così figo?’
[Bombe batteriologiche]
Un giorno x caso, di ritorno da un viaggio di lavoro a Berlino, mentre stai per scaricare borsa 24ore e valigia dalla macchina e ti accingi a caricarle in ascensore, scorgi da lontano il tuo vicino di casa ‘puzzone’ e sai che inevitabilmente salirà prima di te in ascensore e renderà l’aria talmente irrespirabile che arriverai a stento al terzo piano senza i conati di vomito. E in quel preciso istante realizzerai che i pubblicitari non fanno il bene dell’umanità quando raccontano mondi che non esistono in natura: ti fanno vedere negli spot gente che non sale in ascensore per problemi di “urina” mentre la verità è che purtroppo nella vita reale la gente sale in ascensore puzzando di bue sudato e ti costringe a girare con una bomboletta di cattura-odore in borsa da spruzzare ogni volta che senti il tanfo irrespirabile e non puoi prendere le scale.
Un giorno x caso ti svegli e decidi di andare a correre alla Trucca e scopri di aver dimenticato 3 giorni (tre!) le scarpe da running in auto chiuse nella borsa. Scendi e ti accorgi non solo di averle lasciate in borsa ma di averle lasciate fuori dal solito sacchettino con le palline divora-odore al mentolo e ora la borsa è diventata una bomba batteriologica di livello 1. Così, per salvare l’umanità da una fine terribile ti toccherà trovare un sacchetto, infilarci i due calzari fetidi, salire in casa (a scale), buttare il tutto in lavatrice, infilare delle vecchie Mizuno con 1500k all’attivo sulla suola e partire verso il parco vicino all’ospedale Papa Giovanni x la tua sgambata senza le solite scarpe. E dopo 38 minuti di corsa con le ali ai piedi potrai decidere che il tuo prossimo obiettivo sarà cercare un paio di Mizuno IDENTICHE al paio che stai indossando: leggere, flessibili, ammortizzate, scattanti… vecchio modello. A costo di scandagliare tutti i fondi di magazzino del Paese, o d’Europa o di Taiwan troverai quel paio che il commesso di Universo Sport ti aveva detto che ‘erano state superate da scarpe più tecnologiche e performanti’. Sarà, ma erano così leggere (quelle vecchie) che sembravano un guanto, mannaggia!
Chi l’ha detto che l’innovazione va sempre bene per tutti?
[L’anno del tatuaggetto]
Un giorno x caso ti svegli e mentre stai correndo sul lungo mare di Riccione e stai decidendo se andare nel pomeriggio a farti la consueta ‘spedizione scarpe’ a Savignano sul Rubicone da Sergio Rossi o rimandare ad agosto quando ci saranno le nuove collezioni, ti accorgi come folgorata da una rivelazione che tutti i runner che ti superano (perchè TUTTI ti superano) hanno un tatuaggetto. Tatuaggetto sul polpaccio, tatuaggetto sulla spalla, tatuaggetto sul collo, tatuaggetto sulla pancia, tatuaggetto sulla schiena, tatuaggetto sul polso, tatuaggetto persino sui gomiti… Non importa l’età. Tatuaggetto a 15, 30, 50 anni e forse anche di più. Tutti i runner hanno un tatuaggetto. Tutti tranne te. Che però mentre corri pensi alle scarpe tacco 10 che forse ti comprerai nel pomeriggio.
E decidi che la colonna sonora della tua estate quest’anno sarà La Follia della Donna di Elio e le Storie Tese.
È proprio vero che quando si corre i pensieri non si controllano!
La Follia Della Donna Video:
….
La follia della donna
quel bisogno di scarpe
che non vuole sentire ragioni
cosa sono i milioni
quando in cambio ti danno le scarpe.
Non hai mai pensato a un tatuaggetto
la tua amica sfoggia un tatuaggetto
corri, corri a farti un tatuaggetto
d’improvviso hai bisogno di un tatuaggetto, un tatuaggetto, un tatuaggetto.
D’un tratto non ti piace più,
che fai? Lo togli, non puoi.
Ne fai un altro più grosso.
La follia della donna,
il disagio mentale
di iniettarsi l’inchiostro con gli aghi
sciabattando poi vaghi
per le vie della moda
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