Il ginocchino sul trenino

Una sera per caso ad un aperitivo tra amiche, dopo venti minuti di lamentele sui ritardi dei treni causati dal maltempo, alla domanda legittima ‘ma perché non vi munite di auto e cominciate a muovervi lungo le arterie autostradali come me e la smettete di lamentarvi dei ritardi di Trenord e Trenitalia?’, scoprirai che il treno nonostante tutto garantisce il successo di alcune tecniche di cuccaggio collaudate e vincenti alle quali alcune delle presenti non vogliono proprio rinunciare.
È il caso del ‘ginocchino’, ossia lo sfioramento inavvertito delle ginocchia tra occupanti del vagone a dimensioni ridotte di Trenord. Pare non vi sia nulla di più sexy che lasciarsi sfiorare le ginocchia durante un accavallamento seguito da sorrisi e scuse finto imbarazzate sottolineando che ‘su questi treni non c’è proprio spazio vitale’ .
Se lui apre le gambe e lei le accavalla nello spazio in mezzo è fatta: tempo due fermate e scatta l’appuntamento per la mattina seguente. E da lì in poi, il resto è storia!

 

Foto gentilmente concesse da: Cassandra Armani – Copyright

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#scappatidicasa

Una mattina per caso ti svegli, ti lavi, ti vesti, fai colazione, dai una scorsa veloce a FB e ti chiedi: ma quelli che ti rimuovono dalle amicizie di Facebook per farti un dispetto, perché hanno la fidanzata gelosa o perché secondo loro li hai trattati male male male, lo sanno che te ne accorgi solo quando ti riaggiungono? No, perché secondo te non lo sanno. E non lo sanno nemmeno quelli che ti bannano fino a che non si ricordano che hanno bisogno di te per qualcosa, che ne so, magari il rinnovo di un contratto… Che teneri!

Una mattina per caso ti svegli, ti lavi, ti vesti, fai colazione, esci di casa e ti dirigi verso l’ufficio e mentre sei a Gessate sulla banchina della Metropolitana Verde che porta in centro, realizzi che al mondo c’è gente che la mattina si cosparge di super Attak, poi si getta nell’armadio (o nel cassone della Caritas) e quel che ne esce ne esce. Ne hai finalmente le prove: si chiama ‘Look degli scappati di casa’!

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[Almond vs. White]

Se una mattina per caso è domenica e devi andare a Milano per un evento e ti hanno appena scritto che ti stanno aspettando delle persone che sarebbero dovute arrivare più tardi ma che sono in anticipo di 4 (quattro) ore, se dopo 7 (sette) minuti ricevi una telefonata sul telefono di casa e dall’altra parte della cornetta una voce ti chiede ‘Sei ancora a casa?’ la prima cosa che ti verrà da rispondere sarà: ‘No, tranquillo! Sono già uscita da mezz’ora, ma sono abituata a muovermi portandomi dietro un telefono con almeno 16km di filo, così, giusto per risponderti’. E rallenterai. La giornata sarà lunga, molto lunga.

Una sera x caso al termine di una giornata campale, mentre sei in auto sulla A4 e torni a casa, puoi sorprenderti a desiderare di prendere a testate qualcuno. Che ne so, qualcuno che non risponde mai alle email, qualcuno che ti ha venduto qualcosa di cui non avevi bisogno, qualcuno che ignora i tuoi inviti, qualcuno che non capisce o fa finta di non capire, qualcuno che fa finta di nulla, qualcuno che si è mangiato l’ultima caramella che avevi lasciato in macchina per i momenti in cui hai bisogno di coccole…
Ecco, in verità è per questo che tireresti testate. È solo una questione di caramelle. In fondo ci sono coccole e coccole. O droghe e droghe. Sarebbe peggio se fosse per colpa del cioccolato bianco.
Poi ti ricordi che a casa hai una scatola di Magnum White nel congelatore. E anche una di Magnum Almond. Quindi puoi scegliere. E ti tranquillizzi.

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[La pioggia e l’irrefrenabile voglia]

Se una domenica mattina per caso, prima di andare all’arrivo della Triami ad applaudire la tua compagna di corsa impegnata nel suo primo Triathlon Olimpico milanese, decidi di fermarti a fare colazione nella pasticceria migliore dell’Isola Bergamasca, Il Melograno, mentre ascolti i discorsi delle due donne abbronzate e visibilmente tatuate sedute accanto a te disquisire amabilmente di eleganza, realizzerai che non saprai mai se di questi tempi sia peggio uscire di casa senza ombrello per andare a Milano quando basta un niente per ritrovarti nel mezzo di un acquazzone coi fiocchi, ascoltare due tizie sinceramente convinte che le Superga argento con 4 cm di platform siano le scarpe più eleganti del mondo e che vadano bene per un matrimonio a luglio specie se piove… o guardare il cielo e sentire una voglia irrefrenabile di andare a comprarti un paio di Gucci con la zeppa e il plateau alte almeno 15 cm pur sapendo che non avrai mai il coraggio di indossarle in pubblico ma, visto che potrebbe piovere, almeno non ti bagnerai i piedi zampettando nelle pozzanghere dell’Arena all’arrivo della tua amica e dei suoi compagni di squadra. #donnechicchefannoiltifo

Se una domenica mattina per caso ti svegli e decidi di andare a fare colazione in pasticceria, prima di metterti in viaggio verso Milano e andare a salutare la tua amica e i suoi compagni di squadra all’arrivo della Triami, mentre sei seduta da sola al tavolino, aspettando cappuccino e brioche e ascoltando la radio con una rivista in mano, al terzo (!!!) stacco pubblicitario realizzerai che in estate ci sono spot davvero brutti. Ma brutti brutti brutti. E ripensando a quelli peggiori ascoltati negli ultimi anni, realizzerai che dopo il claim «Cerulisina stappati stappati tu, uù, uù…», i pubblicitari devono aver pensato che ormai valga davvero tutto!
E ti verrà una voglia irrefrenabile di chiedere: “Ma perchè?”

Se una domenica mattina per caso mentre sei in pasticceria a far colazione, sfogliando una rivista di qualche mese prima leggi di una ricerca che rivela come nella valigia di una donna ci siano in media 24 oggetti che non userà mai durante il viaggio, ti chiederai se la ricerca è stata fatta prima della decisione storica di Ryanair di consentire l’imbarco di più di un bagaglio a mano. Perché una donna che viaggiava con Ryanair fino a qualche mese fa avrebbe indossato anche i manici e le rotelline del trolley se avesse potuto! Oggi invece può salire finalmente con la borsetta al braccio e non deve più schiacciarla dentro la valigia infilandosi il contenuto in tasca o dentro i pantaloni.
E ripensando al tuo ultimo viaggio di ritorno da Berlino, ti verrà una voglia irrefrenabile di chiedere se non l’abbiano fatto per non dover rimettere i sacchettini per chi soffre il mal d’aria. Perché prima o poi ci infilerai la testa, lo sai.

E sorpresa delle irrefrenabili voglie di scarpe, pubblicità carine e viaggi in aereo con il sacchettino infilato nella tasca davanti alla poltroncina dell’aereo, ti chiederai se tutto queste riflessioni sparse non siano tutta colpa del calo di zuccheri?

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