Gazzella in ciabatte o Venice Marathon? 

Oggi ho imparato che…

Una domenica mattina per caso ti svegli e realizzi che la vita sarebbe molto più divertente se ci si potesse sempre alzare dal letto e correre veloce come una gazzella per tutti i 42.196 metri della Venice Marathon, invece che strisciare le ciabatte fino in bagno e chiedersi ‘chi è quella tizia con le righe di cuscino sulla faccia?’

Ma tant’è. Accendiamo la tv e godiamoci la diretta su RaiSport.

Buona corsa Runner. Godetevi la città più bella del mondo anche per me! 



Runner tatuati al Gorgorzola DOP! 

Oggi ho imparato che…

Se un giorno per caso ti svegli e vai a fare una tapasciata con alcuni amici a Carate Brianza, che si presentano a loro volta con altri amici e poi, al termine della tapasciata “Tra il verde e l’antico“, te li presentano e noti che sono della podistica di Gorgonzola, sappi che se poi torni a casa e racconti la tua giornata di running a tuo figlio, non stupirti se dicendogli che hai conosciuto dei ragazzi che corrono fortissimo, che se li incontrassi in giro non diresti mai che sono dei runner perché ‘erano tatuati dalla testa ai piedi, di Gorgonzola’, lui rimane a bocca aperta con la faccia stranita.

Potrebbe passare i successivi 27 secondi ad immaginarsi dei tipi grandi e grossi in tenuta da running, con degli enormi gorgonzola tatuati sul corpo. E non avrebbe torto.

La prossima volta spiegati meglio!

Cose da runner automobiliste

Oggi ho imparato che…
Una notte per caso, mentre spipoli insonne sul cellulare alla ricerca di qualcosa da fare per ricominciare a dormire, imbattendoti nell’App che usi ogni volta che vai a correre per registrare performance e percorsi, realizzerai che non batterai mai il tuo record di corsa registrato un anno prima se, quel giorno, gli ultimi 4 km li avevi fatti in auto a 90km/h senza spegnere la App. #cosedarunner

Il telo a due piazze dell’ottimista

 [oggi ho imparato che] L’ottimista del nuovo millennio non è quella che vede il bicchiere mezzo pieno, ma è quella convinta di riuscire ad asciugarsi con un telo da piscina a due piazze in microfibra. Come me, oggi, dopo aver corso la tapasciata della Croce Bianca di Bergamo, dopo un lunghissimo bagno caldo caldo.   

Allucinazioni da corsa?

[Oggi ho imparato che] il popolo dei gonnellini da corsa che transitano sul lungomare di Riccione è nettamente in aumento rispetto a 5 anni quando tu eri l’unica. Lo dimostrano i gonnellini incrociati questa mattina mentre andavi da Misano a Riccione e ritorno con Africa Workouts nelle orecchie, l’audiocoach che ti fa compagnia e che ti spinge a non mollare. A giudicare dalle braccia piene di fili, nessuna di loro era una tennista. E sei quasi sicura che, nonostante la stanchezza e il calo di zuccheri che ti ha fatto letteralmente strisciare negli ultimi metri di allenamento, non fossero nemmeno delle allucinazioni. Forse. 

 Basta un caffé, davvero! 

[oggi ho imparato che] Una mattina per caso mentre sei in ferie e corri sul lungomare che da Riccione porta a Misano, stai sudando da 30 minuti e non vedi l’ora di tornare in albergo per fare colazione, puoi incrociare due coppie di Testimoni di Geova a distanza di 100 metri l’una dall’altra che ti guardano e ti si parano davanti per darti l’opuscolo della Torre di Guardia. E declinando gentilmente l’invito a dialogare della prima coppia e schivando con un balzo sorpreso e un’occhiata arcigna la seconda, realizzerai che devi proprio essere una runner lenta, (ma lenta lenta lenta) se con il nugolo di runner che corrono su quella stessa strada quei quattro hanno deciso di fermare solo te (e solo te). 

E la domanda che ti attanaglierà nella mezz’ora successiva sarà: ma sono davvero così lenta quando corro che sembra che stia camminando o la mia faccia è così stravolta che sembra che da un momento all’altro possa schiattare e i Testimoni di Geova preoccupati per i miei ultimi istanti di vita vogliono farmi incontrare Dio? 

Per fortuna un caffé rimette ogni cosa al posto giusto.  

 

[Ecco cosa significa ‘Partenze intelligenti’]

[oggi ho imparato che]

Un giorno per caso ti svegli, è il 2 giugno e sei in Romagna, e mentre sei a fare la tua corsetta sul lungo mare, ascoltando la radio scopri che ci sono alcune cose inevitabili, come ad esempio toccare col dito una panchina su cui c’è scritto ‘vernice fresca’. Ma così, giusto per controllare se è vero.

Un giorno per caso ti svegli, è il 2 giugno e sei al mare, e se tuo figlio decide che vuole tornare a casa presto perché deve studiare, realizzerai mettendoti in auto alle 14.15 che dalla Romagna nell’unico Ponte decente dell’anno non esistono ‘partenze intelligenti’: esistono solo ‘partenze’ e ‘arrivi’. Dopo 6 ore di coda.

[Saluti dalla Romagna]

[oggi ho imparato che] Un giorno per caso ti svegli, sono le 4.00, sei sull’Adriatico per il Ponte del 2 giugno, non riesci più a dormire, esci sul balcone, noti i colori del cielo e del mare che piano piano cominciano a fondersi in un tutt’uno, vieni presa dalla meraviglia della natura, del mondo, dell’universo e realizzi che telefonare ai tuoi amici alle 4 di notte per sapere se stanno dormendo bene sarebbe un modo bellissimo per dimostrare l’amicizia. La loro. Per te.

Mentre tu sei sveglia. 

E non riesci a dormire. 

Ecco.

  
Un giorno per caso mentre sei al mare, sull’Adriatico, per il Ponte del 2 giugno, dopo una notte pressoché insonne, puoi decidere di uscire presto per andare a correre e incontrare degli strani figuri sul lungo mare: 

– un runner con la camel bag sulla schiena, la cannuccia in bocca, le scarpe da trial e le calze blu… da manager

– un gruppo di nordic walker coi bastoncini e gli scarponi dirigersi verso il mare

Poi, finita la corsetta, puoi tornare in albergo e trovare degli strani figuri seduti all’ombra, col PC acceso, collegati al wifi dell’hotel, col telefono in mano, mentre parlano con l’ufficio di Milano e guardano con tristezza verso il mare… Ah, sei tu. Come non detto. 

‘Persone simpaticissime, quindi!’

[I leggins non mentono]

[oggi ho imparato che]

 Un giorno per caso mentre sei al mare stesa sul lettino davanti al mare, sotto l’ombrellone, coperta da un asciugamano per ripararti dal vento e dal sole, realizzerai che se ti svegli presto per andare a correre da sola e fai 9K e poi torni e riparti con tuo figlio e fai altri 10K, alle 4 del pomeriggio ti ritroverai sulla sdraio, davanti al mare avvolta in un asciugamano, con le gambe a pezzi e un eritema incipiente. E ti sentirai così, praticamente un rottame.

Una sera per caso, mentre sei al mare, seduta nel dehor dell’hotel, realizzerai che è proprio vero quando si dice che gli unici a non mentire mai sono i bambini, gli ubriachi e i leggins.

I leggins dell’animatrice dell’hotel dicono che lei è proprio f@@a. E tu c’hai ancora le gambe a pezzi.

[Al parco, sentirsi come in un quadro di Monet]

[oggi ho imparato che]
Un giorno per caso, mentre sei lungo la Martesana per il tuo allenamento in vista dell’Avon Running, realizzerai che ogni volta che vedi i papaveri in un campo ti emozioni come davanti ad un quadro di Monet e non ci puoi fare niente. I contorni sono diluiti e tu ti concentri sulle macchie di colore: dal verde indistinto del campo emergono le brillanti picchiettature di rosso, colore complementare del verde, che i tuoi occhi interpretano subito come papaveri, conferendo al paesaggio una nota serenità e freschezza.
Insomma, non c’è niente da fare: sei cecata e se non ti decidi a portare gli occhiali non distinguerai i particolari. Punto.