[Una giornata così, scialla scialla]

Una mattina x caso ti svegli (per modo di dire) con un diavolo per capello dopo l’ennesima notte passata semi-insonne. Ormai le hai provate tutte, ma il tuo orologio biologico è tarato x farti dormire tra le 2.00 e le 5.40 ogni 12 ore, che significa una notte praticamente sveglia e una pennica post prandiale molto anni settanta (nel senso che solo a settanta anni sarebbe accettabile).
Le endorfine che hai messo in circolo con 2 e anche 3 sedute di sport nei primi giorni di vacanza erano sì benefiche, ma hanno acuito la tua proverbiale insonnia e di conseguenza anche il tuo buon senso dell’ironia ha potuto poco contro i rumori provenienti dalla strada e dai ragazzini usciti dalla discoteca.
Così dopo i primi dubbi sull’opportunità o meno di concederti una giornata di sport un po’ meno aggressiva del solito (ovviamente secondo i tuoi standard di runner lenta), decidi di abbandonarti ad una giornata di puro relax o -come dicono i bimbiminkia spiaggiati nelle vicinanze del tuo ombrellone- a una giornata di sciallo puro.
Così decidi di sostituire i soliti chilometri di corsa con 9K di camminata tranquilla, sul lungo mare, con un libro nuovo in mano pronto da leggere e al massimo una mezz’oretta di pucciatina in acqua di mare in tutta tranquillità, magari tirando la palla al mezzo26enne fingendo un palleggio di scolastica memoria. In fondo è agosto e il bagno, volere o volare, prima o poi tocca un po’ a tutti. Ma nulla di più.
E mentre sarai assorta in questi pigri pensieri, dopo una capatina all’Ospedale delle Tartarughe per controllare che tutto sia come ogni anno, realizzerai che la giornata di sciallo sarà lunga e forse domani avrai un senso di colpa grosso come l’hotel. Ti guarderai in giro cercando di sentirti un po’ meno bradipo, e sai già che l’occasione te la offrirà il quarto d’ora di risveglio muscolare gentilmente offerto dal Bagno 36 di Misano Adriatico.
Allunghi e movimenti di propriocezione (così li chiamano quelli fighi che scrivono i libri) sulla battigia, spalle al mare, copiando l’animatrice che continua a indossare i soliti pantaloncini aspirazionali ‘culetto qualchecosa’, sono un toccasano per il tuo senso di colpa. Su e giù, allungarsi in alto, allungarsi in avanti, alzare il piede, ruotare la caviglia, i polsi.
‘Vuoi non muovere i polsi? E il collo? Via col collo! E poi con la schiena! E rimani in equilibrio su un piede. Poi sull’altro…’
E già ti sentirai un po’ meno cretina di quando eri in gelateria in fila e seguendo i consigli del libro Dimagrire di Corsa (pag 85 ‘Ogni momento è buono‘) ti sollevavi sulla punta dei piedi e tornavi giù in movimento ritmico regolare x far lavorare i muscoli e l’equilibrio come se la tua vita fosse così piena e dinamica da non poter dedicare altro momento a quegli esercizi se non quello in cui eri impegnata a decidere se mangiarti un fruttino all’anguria o un cono alla nutella.
Sulla spiaggia, accanto al gruppetto eterogeneo di uomini e donne di tutte le età, di appassionati veri del risveglio muscolare, nessuno penserà che sei una mentecatta che non vuol far vedere i gusti di gelato alle persone dietro di lei ma solo una che approfitta del momento e del mare per fare qualcosa di buono per i propri acciacchi.
Obbligherai qualcuno a immortalarti col tuo iphone nelle pose plastiche migliori, quelle per intenderci che ti fanno sembrare più un’atleta ellenica e meno uno sharpei, quelle che ti mostrano impegnata nel risveglio muscolare a prova provata che non hai stazionato sul lettino tutto il giorno come una megattera spiaggiata, e concluderai la giornata così… Scialla scialla… Dopo essere ovviamente passata dalla pennica.
Che bella vita!

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