10 cose che scopri al concerto di Ligabue

1. Se decidi di andare al concerto di Ligabue la sera dopo il suo 57o compleanno, sappi che quel giorno potrebbe non avere voce e finire il concerto 20 minuti prima. E che tu, per tutta la durata del concerto, fino a che non confesserà il disturbo alle corde vocali, non farai che chiederti se sia normale uno stacco “a nero” di 10 secondi tra una canzone e l’altra, a luci spente.  Forse si sta spruzzando la medicina in gola e tu non lo sai.

2. Se un cantante ama fare video durante i concerti e magari tra qualche mese uscirà un dvd con le immagini delle tappe principali del tour (Made in Italy Tour nella fattispecie, ndr.), sappi che potresti ritrovarti con una giraffa meccanica che ti si muove vorticosamente davanti alla faccia durante tutto il concerto, rompendo non poco i coglioni quando deciderai di fare una foto qualunque. La prossima volta chiamo il WWF.

3. La canzone ‘E’ venerdì, non mi rompete i coglioni’ è straordinaria e dovrebbe essere usata come sigla dell’Eurovisione tutti i santi giorni dell’anno oppure al posto dell’Inno alla Gioia. Adattandola, ovviamente: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì… Perché lo sanno tutti che ho un buon carattere!

4. Quando le amiche si muovono in coppia, chi le incontra per la prima volta, le nomina in base alle differenze più evidenti: la bionda e la mora, l’alta e la bassa, la bella e la bestia, la ricca e la povera, la simpa e la strnz. Ecco, io giro con la bionda.

5. Se decidi di andare a vedere il concerto del tuo cantante preferito, quello che a 20 anni ti faceva battere il cuore e che ora forse è anche tuo coetaneo, ecco, magari evita di portarti dietro un cannone. Regola: il cannocchiale a un concerto rock solo se ti hanno rubato la borsa con tutti gli occhiali nel pomeriggio poco prima di arrivare al Forum.

6. Se decidi di lanciare un reggiseno fucsia sul palco dove Ligabue sta camminando toccando le mani del pubblico , sappi che per farlo vedere anche da quelli che non hanno cannocchiale, devi almeno portare la 10a. Altrimenti è inutile. Io l’ho visto per caso.

7. Un bassista chitarrista che sembra Muccino figo e maledetto, sul palco di un concerto ci sta sempre bene. Soprattutto al concerto del Liga. Meno male che c’è il mega-schermo così lo vedono anche quelle come te, cecate e sedute nell’area VIP giornalisti.

8. I tre fiati che accompagnano Ligabue in tour non sono proprio quellio che si definiscono dei fighi pazzeschi anche se… suonano bene. Ma nel “momento acustico” quando il Liga si sposterà con alcuni strumentisti sul palco che taglia in due il parterre, loro verranno lasciati sul palco al buio. Quelli fighi davanti, please!


9. Se vuoi evitare di rimanere imbottigliata nel traffico che va verso Milano al termine del concerto, non seguire il flusso delle auto che vanno verso destra, ma gira a sinistra, poi a sinistra  e a sinistra ancora. Ti ritroverai in una strada parallela a quella intasata, completamente deserta e riuscirai a raggiungere Milano in 16 minuti. A volte la strada più intuitiva non è quella più giusta.

10. Se vuoi tornare a casa sana e salva, dopo aver lasciato la tua amica sotto casa, ricordati che la tangenziale di notte potrebbe essere chiusa a tratti e tu potresti dover circumnavigare la Lombardia seguendo i cartelli “deviazione” senza aver la minima idea del percorso e della geografia. Perciò mettiti il cuore in pace: “Se tornare a casa è nel tuo destino, prima o poi ci arriverai”. Magari 1 ora e 40 minuti dopo. 

 

 

3 domande che non hanno risposta

Se una notte per caso vieni svegliata dallo squillo del telefono fisso e se, dopo aver realizzato che non è un sogno e non è nemmeno la televisione, ti precipiti in sala a rispondere ad occhi chiusi, con le braccia avanti e andando a sbattere ovunque, e in quel momento smette di suonare, scoprirai finalmente e incontrovertibilmente il vero significato della parola “casa”. Ossia quel posto in cui nessuno risponde al telefono di notte tranne te, ma poi tutti chiedono “Chi era?” E tu: “Non lo so chi era. Non lo so”.

Un giorno per caso, alla terza telefonata di operatore telefonico che cerca di farti tornare tra i clienti della propria azienda che avevi lasciato per una tariffa migliore, realizzerai che in tutta la tua vita nessuno dei tuoi ex era stato così insistente come quello del call centre di Wind. Why?

Un giorno per caso, sulla metropolitana che da Gessate porta in centro, ti si accolla una tizia che inizia a parlarti della fine del suo matrimonio e di come si è innamorata di nuovo di un uomo meraviglioso conosciuto su internet e tu, sorridendo, realizzerai che puoi anche far finta di non farti toccare da certe cose, ma ci sono pensieri che ti perseguiteranno per tutto il resto della giornata, tipo: “Ha sbagliato un congiuntivo, glielo dovevo dire?”

Come dimostrare 10 anni in meno con due semplici mosse

Oggi ho imparato che… 

Un giorno per caso ti svegli, ti lavi, ti vesti e guardandoti allo specchio decidi che è arrivato il momento di fare una di quelle cose magiche e moderne che aiutano le donne a perdere almeno 10 anni in una botta sola. 

Esci di casa, vai dal parrucchiere e, mentre hai in testa il colore per coprire i capelli bianchi (prima mossa), ti fai un selfie con il filtro dell’iPhone che spiana le rughe (seconda mossa). 
Altro che botox! 

Indice di benessere (apparente). Di nuovi amori e di mal di testa.

Oggi ho imparato che…

Una mattina per caso ti svegli con un cerchio alla testa, vai in cucina, ti versi un bicchier d’acqua e, ripensando alla serata trascorsa a chiacchierare al telefono con un tuo carissimo amico che alla soglia dei cinquant’anni si è regalato una nuova storia d’amore che lo fa camminare tre metri sopra il cielo, realizzerai che essere innamorati è fantastico e ti può far stare proprio bene, ma vuoi mettere lo stato di grazia che provi quando apri una bustina di Aulin (o di qualsiasi altro antiemicranico), lo prendi e inizia a fare effetto sul mal di testa? Ecco appunto.

Possiamo chiamare l’ISTAT e chiedere di rivedere tutti gli indicatori dell’indice di benessere? Così, per dire.

Le tazzine da caffé non bastano mai

Oggi ho imparato che…Una mattina per caso ti svegli vai in cucina e, guardando la Nespresso e il lavandino, realizzerai che potrai anche avere un milione di cialde di caffè nella dispensa, ma in nessuna casa al mondo il numero di tazzine da caffè sarà mai, davvero mai, abbastanza. Prima o poi arriverà quella tragica mattina in cui una donna si sveglierà, scoprirà che sono tutte da lavare e sarà costretta a uscire per andarsi a prendere il caffè al bar!

Faccia da Ryan Gosling

Oggi ho imparato che…

Una mattina per caso ti svegli e dopo aver fatto una rapida carrellata sulle notizie in Rete e aver scoperto che alla Notte degli Oscar qualcuno ha sbagliato a consegnare o leggere la Busta del Miglior Film, realizzerai che:

– Sbagliare la proclamazione di Miss Universo è da dilettanti, un vero professionista lo riconosci quando sbaglia ad assegnare l’Oscar

– In una notte, alla Serata degli Oscar, è possibile ridefinire a livello mondiale il concetto di Figura di M…

– Il prossimo anno, oltre alla Statuetta per il Miglior Trucco e il Miglior Doppiaggio dei Rumori impercettibili, assegneranno anche la Statuetta per la Miglior Faccia da Goslin che perde l’Oscar mentre è già sul palco a ringraziare. 

5 cose che scopri con ‘Sogno di una notte di mezza età’ di Debora Villa

Oggi ho imparato che…

Se una sera per caso finisci alla seconda serata della rassegna Teatro Comico di Dalmine con le tue amiche a vedere lo spettacolo Sogno di una notte di mezza età di e con Debora Villa, realizzerai (senza ma e senza se) che:

1. Quella che in Camera Cafè interpretava una sfigata galattica, bionda con gli occhiali e bitorzoluta, nella realtà non è per niente una sfigata. Debora Villa (così si chiama) è bella e brava e lo scoprirai sin dalle prime battute del suo monologo sulle donne. E questo significa che quelle belle e brave non hanno paura di sembrare brutte e sfigate (per finta).

2. Quella che in Camera Cafè sembrava una sfigata galattica (e che in realtà non lo è per niente) è anche coautrice del monologo “Sogno di una notte di mezza età” e visto che lo spettacolo fa ridere dall’inizio alla fine grazie a dosi massicce di autoironia significa che chi l’ha scritto è anche decisamente intelligente.

3. Quella che si chiama Debora Villa e che in passato, oltre a Camera Cafè, ha fatto molte altre cose che tu colpevolmente non sai ma di cui ti informerai, è davvero molto brava. E non può che essere così, vista la sua capacità di dialogare col pubblico e di mantenere alta l’attenzione  di tutte le donne e gli uomini presenti in sala e farli ridere ininterrottamente per un’ora e quaranta.

4. Quella che in Camera Cafè non ti ricordavi mai come si chiamava ma che ora sai che si chiama Debora Villa senz’acca (Debora, no Villa) ora te lo ricorderai per molto molto tempo, perchè lo spettacolo è davvero spassoso e sei uscita dal teatro dichiarando che una donna così tu la vorresti proprio come amica per andarci a bere una birra e ridere ridere ridere….

Ma ora veniamo allo spettacolo.

5. Finalmente qualcuno ti racconterà senza girarci troppo in giro la verità su quello che  succede a una donna quando raggiunge e supera il famigerato “mezzo del cammin di nostra vita”. 

Durante lo spettacolo “Sogno di una notte di mezza età” scoprirai che per le donne esiste un punto di svolta (detto simpaticamente: punto di non ritorno) nel quale ci si ritrova catapultate senza neanche avere avuto il tempo di dire qualcosa. Perchè la donna cambia. Ma il cambiamento fisico umorale, psicologico, non è graduale come è stato fino ad ora e come giustamente dovrebbe essere. No.

“Il corpo cede, racconta Debora, la memoria vacilla, l’umore è come quello di Smigol quando gli rubano l’anello e questo quando siete in buona. Quando siete in versione negativa siete delle prepotenti che l’esorcista al vostro cospetto sembra un catechista. Il peggio è che a livello psicologico: diventate delle rocce. Non nel senso che vi sgretolate, no siete delle furie. Sapete chi siete, cosa volete, cosa non volete e tutte le piccole e grandi insicurezze che vi hanno accompagnate fino ad ora svaniscono. .. direte tutto quello che vi passa per la testa, senza freni, senza inibizioni, libere!!! “…

E allora guai a chi incontrerà una donna mentre è in coda in Posta o in macchina, in palestra a faticare come una bestia, a casa quando gli ospiti si presentano con un cane dal nome uguale a quello di un impiegato del Catasto…

E se sei una donna e hai pensato, provato, fatto e riso di tutte le cose che Debora Villa ha raccontato nel suo spettacolo one stand woman in 100 minuti di monologo e dialogo col pubblico, be’ forse è arrivato il momento anche per te di iniziare a fare terapia, magari di gruppo, magari ridendoci su.

Io lo consiglio. Lo spettacolo. E forse anche la terapia.

Le 5 cose che tutti dovrebbero sapere sulle corna.

Oggi ho imparato che…

#1 Se una sera per caso mentre stai scanalando col telecomando ti imbatti nella nuova versione del Grande Fratello proprio mentre una giovin donzella pseudo VIP fa la voce grossa con una rivale per marcare il territorio occupato dal maschio Alfa e l’altra risponde stizzita che lei “non sta facendo niente di male, ma nel caso lei deve stare al suo posto perché lui è libero di scegliere” e tu aggiungi “vinca la migliore”, realizzerai che in fondo non c’è niente di piu patetico che vedere due donne che si accapigliano (anche se solo a parole) per un uomo, perché in genere lui gongola e loro ci fanno la figura delle poverette. 

#2 Se una sera per caso mentre stai scanalando col telecomando ti imbatti nella scena patetica di una giovin donzella che minaccia la concorrente in amore nella speranza di spaventarla, la prima tentazione che avrai sarà quella di dirle che è inutile strepitare e fare la voce grossa perché tanto arriverà il momento in cui rimpiangerà di non avere un motivo straordinariamente forte come le corna (subite e perdonate) per far cadere sotto il peso delle sue mazzate quello che nel frattempo sarà diventato un omino con la pancia che si addormenta tutte le sere con la bolla al naso sul divano davanti alla tv e che da uomo Alfa sarà ormai molto più simile a un’Alfetta fuori produzione

#3 Se una sera per caso mentre stai scanalando col telecomando ti imbatti nella scena una donzella che fa la voce grossa per marcare il territorio occupato dal suo maschio Alfa, la seconda tentazione che avrai sarà quella di illuminarla sul fatto che le vere concorrenti (le zoccole, innamorate o no) non hanno paura di nulla e di nessuno, tanto meno di una scenata in tv nella casa del Grande Fratello; mentre le presunte tali in genere sono delle innocue profumiere che quando arrivano al dunque iniziano a belare e si tirano indietro con il naso freddo per la paura. Perché agitarsi tanto? 

#4 Se una sera per caso mentre stai scanalando col telecomoando ti imbatti nella scenata di una giovin donzella che fa la voce grossa per marcare il territorio occupato dal maschio Alfa, la terza tentazione che avrai sarà quella di ricordarle che in Italia (secondo la media del pollo) l’80 per cento degli accoppiati ha confessato di aver tradito almeno una volta il proprio partner. E che alcuni sono più sfigati di altri (potenziali traditi e aspiranti traditori). E che solo lei conosce il suo pollo.

#5 Se una sera per caso mentre stai scanalando col telecomando ti imbatti nel post di una giovin donzella che fa la voce grossa per marcare il territorio occupato dal maschio Alfa, l’ultima tentazione che avrai sarà quella di illuminarla sul fatto che se l’uomo vuole farle le corna lo farà senza troppi se e troppi ma (e lei non ci potrà fare niente). Ma la vera verità (assolutamente incontrovertibile) è che, se un milione di anni fa hanno inventato le corna, si vede che le corna servivano e che, prima o poi, che ce le meritiamo o no, qualcuno un paio di quelle belle corna che pesano e ti fanno crescere di mezzo metro in un’ora ce le farà pure provare. Ma non le dirai nulla. In fondo è giovane e imparerà. E sai che le porte basse (o le corna alte) non hanno mai ucciso nessuno. E che non uccideranno nemmeno lei.

10 cose imparate con Il Rompiballe

Oggi ho imparato che…

Una mattina per caso ti svegli e realizzi che non c’è scampo: si può imparare ovunque. E te ne rendi conto ripensando a te, seduta sulle poltroncine di un teatro di provincia, accanto alle tue amiche, mentre assisti ad una pièce teatrale adattata e tradotta dal francese, di cui sapevi molto poco se non le poche informazioni che hai trovato su internet.

Ecco le 10 cose che puoi imparare.

#1 – SE NON CONOSCI IL TITOLO DELLO SPETTACOLO CHE ANDRAI A VEDERE, CHIEDI.
Se la tua amica ti dice “vieni a teatro a vedere Pisu” e non ti dice il titolo dello spettacolo, non fare la splendida: chiedi. Perché se decidi di andare su internet e fare la ricerca per parole chiave, e non ti ricordi di digitare anche la data, finirai per credere tutto il giorno che andrai a vedere uno spettacolo dello stesso autore, con la stessa compagnia di attori, intitolata in un modo completamente diverso.
E potresti scoprire che stai per andare a vedere Il Rompiballe di Francis Veber  quando ormai sei nel foyer del teatro, mentre aspetti che la tua amica arrivi coi biglietti, dopo aver passato venticinque minuti (prima di uscire di casa) a leggerti le recensioni e la trama di un altro spettacolo. Ecco.

#2 – UN TITOLO FRANCESE PUO’ ESSERE PIU’ FICCANTE DI QUELLO TRADOTTO IN ITALIANO, MA TANT’È
“Il Rompiballe” diciamocelo, non è un gran titolo. Rompiballe. Chi è che usa quel termine al giorno d’oggi? Certo, “Il Rompic…” probabilmente sarebbe stato eccessivo, ma avrebbe reso l’idea. Quello originale, invece, ‘L’emmerdeur’, sarebbe stato decisamente più ficcante. Ma chi è che parla il francese al giorno d’oggi?

#3 – COME DIRE “NO SPOILER” IN BERGAMASCO
Ci sono modi e modi per non spoilerare. E ci sono modi e modi per minacciare qualcuno di non spoilerare. Alcuni stanno bene attenti a non raccontare il finale perché hanno paura di prenderle.
In genere si dice NO SPOILER, mentre il presentatore della rassegna teatrale Teatro Comico l’ha fatto in bergamasco: “Ok, ok, conto su negot”.
L’importante è il risultato.

#4 – AVERE IL DONO DELLA SINTESI E’ IMPORTANTE. SEMPRE
Soprattutto quando si presenta una pièce teatrale, il dono delle sintesi è essenziale. Ci sono situazioni in cui la sinossi dura più dello spettacolo e poi c’è qualcuno anche maldestro che finisce per dire e non dire e farti capire tutto.
Al Teatro Civico di Dalmine possiamo dire che la sinossi de Il Rompiballe da parte del presentatore è stata magistralmente essenziale: “C’è uno sveglio e uno meno.”

#5 VA BENE LA SINTESI, MA UNA SINOSSI MENO ESTREMA PUÒ AIUTARE
Una sinossi, o riassunto, ben fatta può aiutare a decidere di andare a vedere uno spettacolo. Eccone una trovata su internet dopo lo spettacolo che non svela il finale, ma che dice tutto e cattura l’attenzione:
Per un killer che deve uccidere dalla finestra di una stanza d’albergo l’uomo politico che sta per fare rivelazioni sconvolgenti, cosa ci può essere di meno opportuno che un fotografo rompiballe e con tendenze suicide nella stanza accanto? Soprattutto se le azioni maldestre del rompiballe fanno sì che le due stanze vengano visitate continuamente da mogli esasperate, amanti aggressivi, cameriere impiccione, poliziotti maldestri…

#6 – RICORDA: MAX PISU NON è RAFFAELE PISU.
Se la tua amica ti dice “vieni a teatro a vedere Pisu”, ricorda che Raffaele Pisu non è l’unico Pisu del mondo.
Perché tu potresti aspettare tutto il primo tempo l’arrivo di Raffaele Pisu in scena, chiedendoti “come mai non arriva? Forse perché è così anziano che hanno deciso di fargli fare un cameo nel secondo tempo?”. Senza accorgerti che un Pisu è in scena dal primo minuto della commedia ed è… Max Pisu!
Quindi, rilassati, e sappi che se Max Pisu è in scena, Raffaele Pisu non uscirà né nel primo né nel secondo. In effetti a 91 anni, forse non è il caso di fargli fare una tournée teatrale così lunga.

# 7 UN TEAM BEN COLLAUDATO SI NOTA SUBITO: TUTTI PARLANO UN MEDESIMO LINGUAGGIO DI SCENA, FATTO DI BATTUTE, GAG, MOLTO RUMORE E MOVIMENTO.
Il team di Marco Rampoldi, il regista de Il Rompiballe, è ben collaudato da molti spettacoli insieme e in particolare i due protagonisti Max Pisu- Claudio Batta (volti noti di Zelig), su cui si regge tutta la commedia, coinvolgono, fanno ridere, facendosi benvolere dal loro pubblico.
Pisu dà una originale prova di sé nelle vesti del maldestro ma tenero “rompiballe” a cui alla fine ci si affeziona.
La battuta unita alla mimica che mi ha fatto ridere di più nel primi 10 minuti dello spettacolo è quella del protagonista che si ritrova al matrimonio di un suo amico e parlando con la sorella della sposa, per conquistarla le dice: “Se io fossi il mio amico, avrei sposato te”. Grandioso.

#8 IN UNA COMPAGNIA COLLAUDATA, SE MANCA QUALCUNO IL SOSTITUTO E’ COMUNQUE PERFETTO.
Il presentatore di Dalmine, prima dell’inizio l’ha detto: “Tizio verrà sostituito da Caio”; ma poteva anche non farlo perché in fondo non ci sarebbe stata nessuna levata di scudi per l’assenza dell’attore. Ma comunque è bene prenderne nota, perché se ti distrai e non memorizzi i nomi dei due attori, finirai per passare tutto il primo tempo a chiederti se la sostituzione dell’attore avesse in qualche modo influito con il testo e se era per questo che Raffaele Pisu non fosse ancora entrato ancora in scena…

# 9 LA COMICITA’ SERPEGGIA OVUNQUE, ANCHE SULLE POLTRONCINE DEL TEATRO
Ci sono i comici involontari, come quelli che aspettano un attore che non entrerà mai in scena perché non è in locandina, e quelli che guardano un tizio con una pettinatura improbabile e commentano facendoti ribaltare sulla poltroncina del teatro. E’ il caso della mia amica, che al termine dello spettacolo, durante gli applausi, mentre il regista ringraziava scuotendo la sua pettinatura da paggetto, ha esordito: “La prossima volta tagliamo i capelli, vero?”

# 10 – Anche questa volta non c’è un dieci, ma siccome google preferisce i post che nel titolo citano Dieci cose, io il 10 ve lo piazzo, non si sa mai.