Come andare a cena con il tuo cartone animato preferito

Un giorno per caso ti svegli e realizzi che ci sono parole orrende che non avresti mai immaginato potessero essere ripetute così tante volte in un discorso, tanto da farti credere che in fondo si può sdoganare proprio tutto. E’ il caso della parola ‘baricentrare’ usata durante una cena di lavoro dal tuo interlocutore come sinonimo per la qualunque. 

– Baricentrare le attività sulle vendite…

– Baricentrare le idee dei consumatori…

– Baricentrare il budget di produzione

– Baricentrare i materiali in eccesso…

– Baricentrare il personale verso un unico obiettivo…

– Baricentrare il brand e i white label

– Baricentrare le rotture di stock…

– Baricentrare i contratti

– Baricentrare i rapporti coi familiari

E poi realizzerai che in fondo ‘Baricentrare’ non è così terribile, basta fingere che sia il sinonimo di ‘puffare’ e verrai immediatamente catapultati nel mondo dei cartoni animati, e potrai dire di essere a cena con uno dei tuoi personaggi preferiti. 

– Puffare sta cippa lippa

Anche i sex symbol si siedono sulla tazza. 

Un lunedì per caso ti svegli e ripensando al week end appena trascorso realizzerai che ci sono situazioni che un tempo erano considerate molto intime, talmente intime da essere addirittura tabù, che oggi non lo sono più e che diventano addirittura l’apertura di un film o l’argomento principale di un’ospitata televisiva commentata dagli stessi attori. E te ne renderai conto ripensando a una delle scene di apertura del film con George Clooney, ‘Money Monster‘, visto sabato sera, dove il tuo ‘Fidanzato immaginario’ viene impietosamente ripreso dall’alto, seduto sul water coi pantaloni abbassati alle caviglie, mentre parla di lavoro con qualcuno al di là della porta del gabinetto. O ripensando alla scena di ‘The Nice Guys‘ (film di imminente uscita) vista e commentata con dovizia di particolari dagli stessi protagonisti, Ryan Gosling e Russel Crowe, dove il primo seduto sul water coi pantaloni abbassati alle caviglie e un giornale in mano tira fuori una pistola e la punta verso l’indifferente Crowe che lo guarda e guarda la porta del cesso che sbatte e non ne vuole sapere di rimanere fissa.

Ecco, tu lo sai che negli anni molte cose che una volta venivano considerate molto intime sono state sdoganate dalla televisione e soprattutto dalla pubblicità. E’ il caso dei primi nudi, degli assorbenti con le ali, della polverina per curare la candida, della pomata per le emorroidi o della cura miracolosa per la prostata.

Ma in un solo week end il cinema è andato molto oltre: mostrare due sex symbol come George Clooney e Ryan Gosling che abbracciano e riscaldano almeno due generazioni sotto il peso di una massiccia dose di feromoni, mentre fanno la cacca è definitivamente e inesorabilmente un punto di non ritorno.

Credo che mi si fermerà la crescita.

Un sabato senza Paolino non è cosa

Un sabato mattina per caso realizzi che se ti svegli dopo aver dormito eccezionalmente 5 ore di seguito e non hai nessuna voglia di alzarti, l’unica soluzione è ripetersi come un mantra: “Il letto non è un progetto di vita. Il letto non è un progetto di vita. Il letto non è un progetto di vita”. Poi, sicuramente ci sarà l’altra te, stufa di soffrire di insonnia, che chiederà: “Ma perché no?

Un sabato per caso uscendo di casa per andare dal parrucchiere a farti la piega che ti sta tanto tanto bene, e ti accorgi di avere un po’ più di trucco del solito, alla prima telefonata che farai, realizzerai anche che l’alone di fondotinta che rimane sul vetro dell’iphone bianco fa lo stesso effetto della sagoma di piccione che ogni tanto si stampa sulla vetrata del salotto, la mattina quando il sole picchia contro. Orribile!

 Un giorno per caso ti svegli e realizzi che il sabato non è sabato senza il pollo arrosto e le verdurine fritte di Paolino. E che i sensori della tua Supercar non la smetteranno di suonare finché non allaccerai la cintura di sicurezza al sacchettino del pollo con le verdurine che hai appoggiato sul sedile del passeggero.

I Poltergeist non prendono l’ascensore. Forse.

Un pomeriggio per caso, mentre ripensi a tutto quello successo nelle ultime ore, realizzi che in linea teorica, se decidi di guardare il prequel di Paranolmal Activity registrato giorni prima e non ancora visto su Sky Horror pensando che tanto ormai sai “come va a finire”, e poi prendi l’ascensore per andare a far la spesa che ti mancano “giusto giusto quelle due cosine”, i 27 secondi che passeranno da quando le porte dell’ascensore si saranno chiuse dietro di te a quando finalmente si saranno riaperte e potrai uscire alla luce del sole, saranno i più lunghi mai vissuti da una donna apparentemente coraggiosa (ma non troppo), un venerdì pomeriggio, mentre sta andando a far la spesa, dopo aver visto un film horror. Perché in quei 27 secondi sarai solo riuscita a trattenere il fiato con gli occhi sbarrati e fissare lo specchio dell’ascensore nella speranza che nessun poltergeist incazzoso ti prenda alle spalle o ti risucchi direttamente nello specchio. E quando finalmente uscirai dal tunnel dell’ansia saranno passate diverse ore e sarà ora di andare a dormire.

Chi mi guarda sotto il letto per vedere se ci sono mostri, ora?

Pensieri che (ti as)salgono in Funicolare

Oggi ho imparato che… 
Se una mattina per caso, sulla Funicolare di Bergamo, mentre stai andando ad un appuntamento in Città Alta, ascolti la tizia seduta accanto a te che parla con l’amica e che dice di essersi comprata dei bellissimi slip mimetici, la prima cosa che ti chiederai visualizzando l’immagine degli slip sarà: “Mimetici rispetto a cosa?”
Una mattina per caso, arrivata al tuo appuntamento in Città Alta, salutando i presenti in attesa che cominci la riunione, realizzerai che si può tranquillamente accettare che una persona che non vedi da tempo, salutandoti, ti abbracci con trasporto, strazzonandoti anche un po’, ma si può tranquillamente arrivare all’omicidio se per il resto del tempo che trascorrete insieme ogni volta che dice una parola ti picchietta il braccio con la punta delle dita.
(Ho visto una bella maglietta: “Prego, rispetta la mia bolla prossemica e andremo d’accordo”. Domani la compro.)

Indiana Jones aveva l’orologio? 

[oggi ho imparato che]Un giorno realizzi che quando si sta chiudendo il cancello automatico e riesci con la punta della macchina a riaprirlo ti senti come la tizia che fa la pernacchia a Indiana Jones nel Tempio Maledetto.

Un giorno per caso realizzi che questa cosa di non avere un orologio perchè sei convinta che ti porti un po’ sfi@a e di dover continuamente tirare fuori il cellulare pur di sapere che ore sono e non arrivare in ritardo deve finire e che devono inventare qualcosa di più comodo. Che ne so, qualcosa che si porti al polso. 

Il Talent management e i talenti da maneggiare con cura

Oggi ho imparato che – Una mattina per caso mentre sei in macchina e stai andando ad un appuntamento in centro e parli al telefono col tuo migliore amico che vuole essere aggiornato sugli ultimi sviluppi della tua vita, dopo un po’ che stai parlando realizzerai che non ce la puoi fare: ci sono donne che al telefono sanno essere brillanti; altre che sanno essere razionali; altre che sanno essere realiste; altre addirittura ciniche. E poi ci sei tu, che parli per 10 minuti senza accorgerti che è caduta la linea. 

– Se una mattina per caso ti svegli e ti metti in macchina litigando per l’ennesima volta mentalmente con una persona che ti ha fatto arrabbiare da morire (ma non subito, a scoppio ritardato), tanto che nel corso delle settimane avresti voluto far partire dei bei calci in c@@o sempre più forti (ma ormai non si può più) realizzerai che, in fondo, non è da tutti litigare ventisette volte in altrettanti modi e lingue straniere diverse con la stessa persona, senza che questa persona nemmeno lo sappia. 

Ci sono talenti che vanno coltivati (e maneggiati con cura). Questi sono i tuoi. 

#escita è stata una lunga notte… 


Se una mattina ti svegli e leggi i tweet per sapere come sono state le ultime tre ore di Eurovision Song Contest e per conoscere il nome del vincitore, realizzerai che:  

– Nessuno (ma proprio nessuno) ha capito la partecipazione dell’Australia. Per tutta la sera tutti (ma proprio tutti), si sono chiesti quanto avessero in geografia gli organizzatori che l’hanno ammessa ad una manifestazione europea (Capito?! europea!). Ma poi, ricordando che il Giro d’Italia è partito dall’Olanda, deciderai che è meglio non scagliare la prima pietra.

– Federico Russo non è stato zitto un attimo, nemmeno durante le pause per la proclamazione della canzone vincitrice. E deciderai che il tweet migliore è quello che ricordava al suddetto presentatore che “anche i vaticanisti ad un certo punto tacciono e fanno parlare il Papa”. 

– Ha vinto l’Ucraina nonostante per ore l’Australia (si, proprio l’Australia) sembrasse la favorita. La reazione di Putin sull’Ucraina è quasi certa. Anche l’ONU lo sa e i delegati sono già partiti, mannaggia! 

– La Michielin si è classificata sedicesima nonostante i bookmaker fino al giorno prima la dessero tra i primi 10. Se nelle scorse edizioni il Volo no, Gualazzi no, Mengoni no, la Zilli no, nel 2017 mandiamo la Carrà che almeno 12 punti dalla Spagna li prendiamo. 

Controlla: non sarà sparito? 

[oggi ho imparato che] Un pomeriggio per caso dal parrucchiere, puoi ritrovarti a ridere fino alle lacrime per i racconti delle tue vicine di lavatesta alle prese con Flash Gordon e Mignolo Man, sapendo che non stanno parlando né di due supereroi, né di due comici. 
E poi puoi continuare a ridere fino alle lacrime imbattendoti nella foto di Scamarcio che parla al telefono e controlla serio il contenuto dei suoi slip: ‘Che sia sparito tutto?’
No, vabbé…

Cara ascella…

[oggi ho imparato che] Se una mattina per caso mentre stai andando ad un appuntamento in centro e sei sulla Metropolitana Rossa, se ti ritrovi seduta accanto al solito Bimbominkia tatuato come una lavagna durante l’autogestione che puzza come un camion dell’immondizia bagnata, realizzerai che il mondo sarebbe un posto migliore se i pubblicitari smettessero di illudere la gente che con certi deodoranti più sudi più profumi perché se sei un bimbominkia finisce che ci credi.
Comunque, cari pubblicitari, io una bella letterina all’ascella di questo qua la scriverei e la manderei in copia autografa anche al suo proprietario:

‘Cara ascella, se non sei quella di Brad Pitt, fatte lavà!’
Così, per dire.