Un giorno per caso ti svegli e ripensando alla tua serata di televisione, realizzerai che dopo aver visto The Black List ed essere rimasta per un’ora col cuore sospeso e il cervello in movimento a mille , al termine del telefilm, dopo aver girato su Forte Forte Forte (anche se ti eri ripromessa di non farlo), in 16 minuti ti sei appisolata 2 volte e hai dovuto per forza andare a letto.
E se ti chiedi se eri tu ad essere davvero tanto tanto insofferente e stanca o se era il talent a essere (come dice qualcuno più social di te) ‘nammerda fotonica’, la risposta arriva da sola in meno di 27 secondi:
‘È ufficiale: anche le Raffaelle sbagliano. Gli Japini sbracano. E le Cuccarini ridono’.
E neanche le battute a raffica su Twitter ti possono tenere sveglia. In fondo perché dovresti continuare a guardarlo? Si vince qualche cosa? Naaaaaa!
Mese: gennaio 2015
[STAR del cinema in metropolitana]
Un giorno per caso ti svegli, ti lavi, ti vesti ed esci di casa di corsa che non vuoi arrivare in ritardo e, mentre sei sulla pensilina della metropolitana che da Gessate porta in centro, noti un tizio dalla faccia strana che ti sembra di conoscere. Calvo, grigiastro con le orecchie a sventola e le guanciotte rosse, un piumino grigio simile alla sua carnagione e una sciarpa grigia che si appoggia sotto il mento che sembra proprio che il collo non esista.
Lui ti guarda e tu lo guardi. E sapendo che conosci troppa gente di cui non ricordi i nomi e non vuoi essere maleducata, lo saluti.
Lui ti guarda compiaciuto e ricambia il saluto.
Sembra simpatico. Anzi, sei quasi sicura che lo sia. Ma non ti avvicini. Ti metti a spipolare con l’iphone e aspetti diligentemente che arrivi la metro. Tutto questo sempre cercando di ricordare dove l’avevi già visto.
E solo dopo essere salita sulla carrozza e aver fatto mente locale su tutte le situazioni del passato che avrebbero potuto averti fatto incontrare quella persona, ad un certo punto scoppierai fragorosamente in una risata.
Che stupida! Al cinema, ecco dove l’avevi già visto!
Del resto, dove mai avresti potuto incontrare per davvero un tizio che sembra la riproduzione sputata di Yoda?
E poi ti svegli. Per fortuna era solo un sogno.
[L’incanto di essere hipster]
Un giorno per caso ti svegli, ti lavi, ti vesti ed esci di casa di corsa che sei in ritardo e, mentre sei sulla pensilina della metropolitana che da Gessate porta in centro, noti un tizio coi baffi a manubrio e la barba da pashtun vestito strano, coi pantaloni arrotolati e un Borsalino troppo calato sulla fronte, che parla al telefono mettendo la mano davanti alla bocca.
La prima cosa a cui penserai dopo averlo squadrato per benino, dall’alto in basso e dal basso in alto, sarà che, per quanto ne sai, potrebbe benissimo essere una spia del Mossad che sta dettando messaggi in codice a qualcuno dall’altra parte del mondo. O semplicemente un tizio con i baffi posticci che se tira un po’ di vento gli partono e ci rimane male come un picchio a cui hanno tolto il tronco e non sa più che senso ha la sua vita e che, di conseguenza, cerca di proteggerseli tenendo la manina ben piantata vicino ai suoi amati gioielli di pelo per impedire che prendano il volo all’arrivo della metro.
In ogni caso, i baffi che paiono finti, i pantaloni corti col risvoltino alla caviglia e il Borsalino troppo calato in testa non si possono guardare. No, davvero.
E realizzerai che la vita è ingiusta: se il tizio con i pantaloni arrotolati alle caviglie e i baffi a manubrio fosse nato negli anni ‘ 70 avrebbe avuto vita dura: sberleffi, coppini, frontini e pure qualche spintone sarebbero stati all’ordine del giorno dai i suoi coetanei. Ovviamente lui non lo sa, che oggi deve tutto (donne e riconoscimento sociale, nonchè la sua presunta figaggine) ad un film cult, La rivincita dei Nerd’. Ma noi nati negli anni 70 non glielo diremo. Perchè rompere l’incanto?
[Campioni del mondo!]
Un giorno per caso ti svegli, ti lavi ti vesti e fai una colazione veloce che devi essere in ufficio presto. Sali in macchina speranzosa e, mentre sei inesorabilmente bloccata sulla A4 in coda a causa di 8km di coda in aumento per incidente, dopo aver avvisato tutti del tuo ritardo, cercherai un modo per passare il tempo guardando le auto ferme accanto alla tua e gli uomini chiusi negli abitacoli appannati. E solo a questo punto realizzerai che quando trivellarsi il naso col dito indice e tirare le caccole appallottolate fuori dal finestrino sarà sport olimpico anche l’Italia avrà i suoi campioni e una medaglia d’oro sicura. Meglio tardi che mai. In fondo c’è speranza per tutti.
[Out of the Doors]
Se una sera per caso al ritorno da una cena ti accorgi che nel locale sotto casa c’è un gruppo che suona dal vivo, se fuori dal locale ci sono oltre 200 auto parcheggiate che ti costringono a lasciare la tua supercar 300 metri oltre la distanza consentita dalla legge (la tua), ma se poi guardando attraverso i vetri noti che il pubblico conta poco meno di 60 persone, o la tribute band è composta da 145 elementi (e sono tutti nascosti in cantina) oppure qualcuno è venuto con 3 macchine.
Se una sera per caso al ritorno da una cena ti accorgi che nel locale sotto casa c’è una cover band dei Doors che suona dal vivo e guardando dentro noti sorpresa che i componenti del gruppo sono molto molto molto diversi dall’idea che hai di una cover band che suona rock psichedelico ma soprattutto che sono molto molto diversi dall’idea che hai dei Doors, realizzerai che forse è… meglio per loro.
[Screening psicologico da metropolitana]
Una mattina per caso, sulla metropolitana Verde che da Gessate porta in centro, finisci seduta accanto a due bimbiminkia con gli zaini di scuola in spalla che parlottano tra di loro. Dopo aver ascoltato l’ultima canzone di Jovanotti per la 156378 volta decidi di spegnere la musica e farti un po’ i fatti loro. E dopo 3 minuti ti cadrà letteralmente la mandibola sentendo uno dei due, quello che con uno scatto ti aveva fregato il posto che preferisci e che anche se lo avevi guardato significativamente non te lo aveva ceduto, tracciare con precisione e dovizia di particolari il proprio profilo psicologico.
E ti dirai ammirata:”Caspita che consapevolezza. Ci sono uomini che neanche a 50 anni saprebbero descrivere le proprie debolezze e attivarsi per affrontarle e ‘salire di livello’. E io che pensavo fosse un bimbominkia patentato con due neuroni ad intermittenza! E invece… Una volta mi bastava guardare un tizio 3 minuti per tracciare un profilo mediamente corretto. E lui a prima vista non era certo inserito nei 10 migliori cervelli incontrati sulla metropolitana negli ultimi 3 anni’. E ti toccherà ammettere che spesso i tuoi giudizi sono definitivi e per niente teneri e che dovresti concedere un po’ più spesso il beneficio del dubbio.
Poi, continuando ad ascoltare, al 5o minuto ti sentirai meglio, molto meglio: il ragazzino, parlava del personaggio di un gioco di ruolo on line.
Il tuo screening psicologico è ancora il migliore.
[Prenota anche tu una crociera]
Una sera per caso ripensando a cena con le amiche e alle due ore di chiacchiere sulla durata delle storie che cominciano sotto le Feste e finiscono nel giro di poche settimane, realizzai che in fondo non ti devi sorprendere: certi amori prima o poi finiscono, altri fanno dei giri immensi e poi, se non stai attenta, te ne rifilano uno come memorabile riciclone giusto giusto per Carnevale. E tu lo prendi, sorridi, ringrazi e, se sei abbastanza scaltra, lo regali a qualcun’altra. Soprattutto se febbraio è alle porte e tutte le tue amiche hanno già prenotato la Crociera dei Single.
[Basta un sacco di cioccolato]
Una sera per caso mentre siete a un aperitivo con le amiche, guardandovi intorno noterete in un angolo una coppia molto ‘presa’, lei sulla quarantina e lui di un’età approssimativa più vicina ai venti che ai trenta, limonare senza tregua e, immaginandovi nei loro panni, realizzerete che anche se ora avete tutte l’età per il toy boy, avete come la sensazione che invece di limonarlo in un bar sui Navigli gli chiedereste se ha fatto i compiti e si è messo i calzini pesanti.
Una sera per caso ad un aperitivo tra amiche, dopo un veloce giro di tavolo per ascoltare le avventure surreali delle ultime single di ritorno, ricordando a tutte che agli aperitivi istituiti da quattro anni è TASSATIVAMENTE vietato essere tristi per più di 10 minuti, realizzerete in fondo oggi è il Blue Monday e che il sacco di cioccolatini ricevuto in regalo e messo a disposizione del gruppo è quanto mai PROVVIDENZIALE. Del resto lo dicono anche le ricerche: il cioccolato porta la felicità. Ecco.
[Evitando incontri inevitabili]
Un giorno per caso ti svegli, ti lavi, ti vesti ed esci di corsa per andare in ufficio e, mentre sei sulla banchina della metro verde che da Gessate porta in centro, schivando persone che non hai voglia di incontrare, leggi sul giornale che sta sfogliando il tuo vicino che, secondo l’Università del Sussex, quando parli con un cane, lui ti ascolta e si sforza di capire le tue parole. E realizzerai che alla luce di questa ricerca – di cui potevano anche fare a meno – molte donne che conosci troverebbero molta più soddisfazione ad avere una relazione con un cane da caccia del Sussex che col proprio uomo.
Un giorno per caso ti svegli, ti lavi, ti vesti ed esci di corsa per andare in ufficio e, mentre sei sulla banchina della metro verde che da Gessate porta in centro, ripensando a tutte le persone che non hai voglia di incrociare, realizzerai che il mondo in fondo è più piccolo di quello che ci ostiniamo a voler credere e che sulla banchina della metropolitana Verde ci sono incontri che prima o poi nella vita saranno inevitabili ma non per questo devono impedirti di prendere la metro. L’importante è far finta di nulla ostinatamente e sperare che chi non vuoi vedere non ti veda mai o abbia il pudore di non venirti incontro fingendo che sia tutto a posto quando sa che tu vorresti solo tirargli un pugno dritto dritto sul naso.
E fino ad allora leggerai il giornale del tuo vicino fingendo un interesse che non hai e aspetterai la metro. Simpaticamente.
[Come ti cucino la bistecca]
Se un giorno per caso ti svegli e dopo essere entrata in cucina per farti un caffè noti che in effetti la cappa comincia ad essere un po’ old style, il secondo pensiero andrà a quella collega che non brillava per acume e che in più di un’occasione aveva dimostrato di non essere un fulmine di guerra, che tanti anni fa ti aveva fatto talmente tanto ridere da farti venire mal di pancia.
Infatti, un giorno, entrando nell’ora di pranzo, nella cucina dell’agenzia in cui lavoravate, la giovin donzella si era accorta che tutte le piastre elettriche erano occupate e chiedendo come fare per cuocere la sua bistecchina, dopo la risposta della collega si era diligentemente messa la bistecchina sul piatto, aveva preso il piatto in mano e si era posizionata con le mani alzate e il piatto in mano sotto la ventola della cappa accesa alla massima potenza.
E quando dopo 3 minuti che era lì, ferma, intralciando tutte quelle che si stavano scaldando la schiscetta, qualcuno le aveva chiesto cosa stava diavolo stava facendo con quel piatto in mano sotto la cappa, lei aveva candidamente risposto:
– Sto cuocendo la bistecca! “
poi, nel silenzio attonito generale, aveva continuato
– … con la ventola.
– Cosa??
– Sei stata tu a dirmi di usare la ventola…
La collega scoppiando a ridere e facendo ridere tutta la cucina fino alla fine del mondo, le aveva detto:
– La pentola! Ho detto di usare la pentola, non la ventola!
E la domanda sorge spondanea:
‘Ma davvero una persona sana di mente, laureata, vissuta in una media città del centro Italia, alla fine degli anni Novanta, pensava davvero di poter cuocere una bistecca sotto la ventola di una cappa?’
E continuerai a ridere.